LORENZO DE FINTI QRT "Backlash of uncertainty"
(2025 )
Con ''Backlash of Uncertainty'', il Lorenzo De Finti Quartet firma il suo quarto lavoro discografico, confermando una traiettoria artistica che si muove tra lirismo cameristico, atmosfere nordiche e improvvise scariche di energia.
Pubblicato da Losen Records nel novembre 2025, l’album si compone di cinque brani originali scritti a quattro mani da Lorenzo De Finti (pianoforte) e Stefano Dall’Ora (contrabbasso ed elettronica), affiancati da Marco Castiglioni alla batteria e Alberto Mandarini alla tromba e flicorno.
Il titolo, ''Backlash of Uncertainty'', è già una dichiarazione d’intenti: trasformare la fragilità e il dubbio del nostro tempo in materia creativa. La musica non cerca risposte, ma costruisce paesaggi sonori che riflettono la tensione tra silenzio e caos, equilibrio e rottura.
L’apertura con la traccia omonima è un viaggio di otto minuti in continua metamorfosi: il contrabbasso, spesso suonato con l’arco, evoca timbri da violoncello, mentre il pianoforte alterna momenti rarefatti a improvvise increspature ritmiche. Il finale sospeso, quasi un punto interrogativo, sintetizza perfettamente il concept dell’album.
Segue ''The Other Route That Wasn’t There'', più introspettivo e misterioso, dove il dialogo tra tromba muta e pianoforte crea un contrasto affascinante, prima di sfociare in una tensione crescente.
''Nine Bridges in Königsberg'' è il brano più narrativo: ispirato al celebre rompicapo matematico, si apre con atmosfere oniriche e si sviluppa in una suite che alterna elettronica, improvvisazione libera e percussioni incisive, fino a un epilogo drammatico.
''Temporary Shunt'' gioca invece con le dinamiche: dall’intimità iniziale a un crescendo ritmico che sorprende. Chiude ''Occam’s Razor'', il pezzo più lungo e forse il più emblematico, dove semplicità e complessità si intrecciano in un flusso che non concede certezze.
Il quartetto riesce a fondere tradizione e innovazione con naturalezza: l’uso discreto dell’elettronica non è decorativo, ma amplifica la dimensione acustica, rendendo il suono più fragile e urgente. In questo senso, ''Backlash of Uncertainty'' è un’opera che parla la lingua del jazz contemporaneo europeo, evocando echi di Bill Evans, Jarrett e dell’Esbjörn Svensson Trio, ma con una voce personale e riconoscibile.
In sintesi, siamo in presenza di un album che non si limita a essere ascoltato, ma invita a essere vissuto, come un percorso tra resilienza e trasformazione. Per chi ama il jazz che pensa e sente, questo è un lavoro da non perdere. (Andrea Rossi)