GIOVANNI DIGIACOMO FEAT. FABRIZIO BOSSO "Time to reset"
(2025 )
''Time to Reset'' non è solo un titolo evocativo, ma una dichiarazione d’intenti: ripartire, rinnovarsi, ritrovare il proprio suono.
Giovanni DiGiacomo, sassofonista siciliano con una formazione internazionale, firma il suo debutto da leader con un album che respira hard bop ma ne espande i confini, intrecciando tradizione e ricerca, memoria e invenzione.
Otto brani originali compongono un percorso sonoro che alterna energia e contemplazione, slancio e delicatezza. Il disco si apre con “Dear Lee”, omaggio elegante a Lee Morgan, dove la geometria armonica si sposa con la freschezza improvvisativa.
Seguono episodi come “Power Nap”, che trasforma il riposo in slancio creativo, e “Fisherman Sentences”, ironico e narrativo, con frammenti melodici che imitano il parlato. “Reflections Around The Blue” è pura poesia marina: progressioni accordali che si aprono e si richiudono come onde, evocando la fluidità del mare.
La formazione è solida: Gianluca Di Ienno al pianoforte, Carlo Bavetta al contrabbasso e Pasquale Fiore alla batteria creano una trama ritmica e armonica coerente e vibrante. Ma è l’intervento di Fabrizio Bosso a dare ulteriore luce: la sua tromba, eloquente e incisiva, dialoga con il contralto di DiGiacomo in un contrappunto di tensioni e risoluzioni che non si limita alla forma, ma diventa tessitura emotiva.
Il suono di Di Giacomo è maturo, riconoscibile, frutto di un percorso che va dal Conservatorio di Milano al Berklee College of Music, passando per esperienze europee e collaborazioni trasversali. In questo album, la sua scrittura si fa autobiografica: ogni brano è un frammento di vita, un racconto che vibra tra radici mediterranee e sensibilità contemporanea.
''Time to Reset'' è un disco che parla di crescita e di fiducia, di quella necessità – a volte inevitabile – di premere “reset” per ritrovare la propria direzione. Un lavoro che conferma Giovanni DiGiacomo come una delle voci più interessanti del nuovo jazz italiano, capace di coniugare rigore tecnico e immaginazione poetica.
E con Bosso al fianco, il risultato è un dialogo luminoso, che merita di essere ascoltato con grande attenzione e cuore aperto. (Andrea Rossi)