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CITIZEN SOLDIER  "Family heirlooms"
   (2025 )

Con ''Family Heirlooms'', la band statunitense Citizen Soldier consegna il suo ottavo lavoro in studio, un album che non si limita a essere una raccolta di brani, ma si presenta come un vero e proprio concept album.

Ogni traccia è pensata come un “capitolo” di un percorso di guarigione, un viaggio attraverso le ferite invisibili lasciate da traumi e difficoltà personali. Il titolo stesso richiama l’idea di un’eredità emotiva, di ciò che riceviamo dalla nostra famiglia e che spesso dobbiamo imparare a decifrare e affrontare nella vita adulta.

Il sound rimane fedele alla cifra stilistica della band di Salt Lake City: alternative rock con sfumature metal e post-grunge, arricchito da arrangiamenti potenti e momenti più intimi. La voce di Jake Segura è il fulcro emotivo dell’album, capace di passare da esplosioni di rabbia e resilienza a confessioni sussurrate.

Non c’è la volontà di rivoluzionare il genere, ma piuttosto di perfezionare la formula che ha reso i Citizen Soldier un punto di riferimento per chi cerca musica che parli di lotta interiore e speranza.

Il disco affronta argomenti delicati: autocritica, depressione, relazioni tossiche, identità e guarigione. Brani come ''Inner Critic'' e ''Secondhand Scars'' scavano nel dolore silenzioso, mentre ''Better Than I Used To Be'' e ''Worth It All'' offrono spiragli di luce, raccontando la possibilità di rinascere.

L’album è strutturato per alternare tensione e sollievo, con transizioni che creano un contrasto dinamico tra momenti di impatto e sezioni più riflessive.

''Figure Me Out'' apre il disco con un’introduzione energica, quasi una dichiarazione di intenti, poi ''Dead Butterflies'', già presentata live, è uno dei vertici emotivi: malinconica ma catartica. ''It Ends With Me'' chiude il cerchio, lasciando l’ascoltatore con una sensazione di liberazione e responsabilità personale.

''Family Heirlooms'' è un album che non punta sull’innovazione sonora, ma sulla connessione emotiva. È pensato per chi cerca nella musica non solo intrattenimento, ma un rifugio e uno specchio delle proprie fragilità. I Citizen Soldier confermano la propria identità: una band che trasforma il dolore in arte e lo condivide senza filtri.

Un lavoro, questo, intenso, coerente e terapeutico, che consolida la band come voce autentica nel panorama alternative rock. (Andrea Rossi)