recensioni dischi
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MONTEGRO  "Vita bellissima"
   (2025 )

L’ironia è sicuramente uno dei mezzi più efficaci per esprimere concetti scomodi senza risultare pedanti, noiosi, demagogici, e credo che Edoardo Bennato sia, tuttora, il rappresentante più emblematico.

Ma, a parte il noto cantautore, sbirciando nel giro dell’underground mi imbatto nel polistrumentista-autore Montegro (Daniele Paolucci) che esordisce (dopo l’e.p. “Fare di meglio” del 2023) con l’album “Vita bellissima”: e, se non è vistosa ironia questo titolo, quale altro può esserlo?

Secondo voi, l’esistenza di oggi può definirsi vita bellissima? Decisamente no! E, logicamente, l’artista abruzzese fa in modo di portare la tematica sulla via della massima attenzione, eleggendolo come uno dei tre singoli estratti nel quale, in un aere spanish, esalta un narrato mordace.

Gli altri due (“Benedetta malinconia” e “Ci balli su”) poggiano, rispettivamente, su scalmi dolenti e spensierati di chitarre e fiati sudamericani, dall’impatto vibratile e coinvolgente, per remare in acque terapeutiche e tonificanti per l’orecchio.

Virando in altri lidi sonori, si approda nelle splendide insenature romantiche di “Cerco te” e “Grattarti la schiena”, o nella rada gitana di “Tuttobanale”. Il singing-style di Daniele è dinamico e deciso, a cavallo tra Silvestri e Paradiso, a seconda dell’intensità della spinta d’ugola.

Con tendenza disillusa, Montegro porta a compimento l’opera con l’emotiva ed accalorata “Facciamo di peggio”. Insomma, “Vita bellissima” non è altro che un’interessante sfogatoio del circo quotidiano, che ci attende ogni volta che il sole albeggia, ma pur sempre con l’irrinunciabile speranza che non si eclissi nel tramonto della dilagante superficialità di oggi. Montegro e noi, fiducia ad oltranza… (Max Casali)