recensioni dischi
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AREA  "Arbeit macht frei"
   (1973 )

'Arbeit macht frei' (il lavoro rende liberi) non è sicuramente un disco per l’estate, e nemmeno da mettere su quando si è in un brutto periodo. Lo si può già capire dalla copertina con kefiah, falce e martello. Questo è il primo lavoro degli Area . La band si stava ancora formando: oltre all’acrobatico Demetrio Stratos alla voce ed organo e Fariselli al piano acustico ed elettrico, ci sono il futuro bassista della Pfm, Yan Patrick Erard Djivas, il chitarrista Paolo Tofani ed il percussionista Giulio Capiozzo, morto nel 2000 (ho avuto l’onore di averlo come maestro di batteria per un semestre, grazie). Questo disco apre con una voce araba registrata tra la folla del Cairo e prosegue con ciò che oggi definiremmo ”musica contaminata”. Sei brani rock, progressive e jazz legati saldamente l’un l’altro. Il primo gruppo a portare il concetto di Arte nella musica italiana. Teatralità e originalità mescolate divinamente con le sette note. Nessun leader, un solo nome, come se fosse una entità a sé: Area. (Matteo Preabianca)