DAVID GILMOUR "The luck and strange concerts"
(2025 )
E’ uscito il 15 di ottobre di quest’anno “The Luck and Strange Concerts”, probabilmente il live più atteso da un po’ di anni a questa parte.
23 tracce estrapolate dall’omonimo tour mondiale dove David Gilmour ha proposto brani del suo repertorio e di quello con i Pink Floyd: precisamente 12 sono i pezzi da solista e 11 quelli con la sua ex band.
Un’opera fantastica a dir poco. Curatissima in tutti i suoi aspetti: dalla scelta del repertorio alla line up dei musicisti, dall’esecuzione fino ad arrivare alla reinterpretazione dei brani più storici.
Si inizia con tre brani targati Gilmour: i primi due strumentali e il terzo è quello che da il nome all’ultimo album in studio del chitarrista britannico. Si torna indietro, addirittura fino al ’73, per la quarta e la quinta traccia estrapolate da “The Dark Side of the Moon”: “Breathe (In the Air)” e “Time”.
E poi ancora indietro di tre anni per riprendere “Fat Old sun”, e poi fare un balzo avanti nel tempo per riscoprire una spettacolare “Morooned”, brano strumentale dove David dilaga virtuosamente con la sua Fender.
“A Single Spark” spezza un po’ sia le ritmiche che le armonie ascoltate fino a qui, proponendosi come brano assolutamente al di fuori del contesto Gilmour. Ma niente panico: arriva “Wish You Were Here”, e la nostalgia va a mille. Nessun commento.
Piccolo intermezzo con “Vita Brevis” per poi passare alla cover di “Between Two Points” di The Montgolfier Brothers, che vede la presenza di sua figlia Romany Gilmour alla voce e all’arpa. Si torna poi ai Pink Floyd con “High Hopes” e “Sorrow”, ultimo estratto dell’album “A Momentary Leapse of Reason”.
“The Piper’ s Call” e “In Any Tongue”, pezzo estratto da “Rattle That Lock”, fanno da contorno, prima e dopo la celebrativa “A Great Day for Freedom”. “The Great Gig in the Sky”: solo David Gilmour poteva permettersi di cambiare questo brano proveniente da quel pilastro della musica qual è stato “The Dark Side of the Moon” riarrangiandolo in chiave corale.
Segue la splendida “A Boat Lies Waiting”, sempre estratta dal quarto album da solista, per poi tornare a “The Division Bell” con “Coming Back to Life”. Il concerto finisce con tre brani estratti da “Luck and Strange”: “Dark and Velvet Nights”, Sings” e “Scattered”. Ma la vera final track non poteva che essere riservata a “Comfortably Numb” direttamente da “The Wall”.
Non si possono non citare i musicisti di questo tour: Rob Gentry e Greg Phillinganes alle tastiere, di qualsiasi tipo, Guy Pratts al basso, Adam Betts alla batteria, Ben Worsley chitarra e cori e, ovviamente, David Gilmour a tutti quegli strumenti che servono per rendere un concerto un’opera d’arte. (Andrea Allegra)