NEVECIECA "Vacuità"
(2025 )
''Vacuità'' segna l’arrivo ufficiale dei Nevecieca su lunga distanza, e lo fa con un esordio che non si limita a dichiarare intenti ma li mette in pratica con decisione.
Nata nella provincia di Varese, la band dà vita a un primo album che è tanto un manifesto generazionale quanto una mappa sonica delle contraddizioni contemporanee: tra introspezione e dinamiche rock, tra spigoli ruvidi e momenti sospesi.
Il tema ricorrente del disco è una sorta di cronaca della “crisi del quarto di secolo”: quell’area di mezzo in cui si guarda al futuro con desiderio e sospetto insieme, e in cui la realtà adulta appare complessa, incerta, spesso posticipata.
I testi affrontano falsi inizi, disillusioni, sensazioni di inadeguatezza e sguardi scettici su un mondo che sembra non offrire risposte chiare, traducendo tutto in un linguaggio critico ma aperto all’esperienza umana.
Musicalmente, ''Vacuità'' gioca con contrasti e dinamiche ben calibrate. Le chitarre possono graffiare con un’immediatezza punk rock, oppure dilatarsi in passaggi più onirici, malinconici o sognanti, senza mai perdere coesione.
Ci sono attimi in cui la band sembra puntare verso l’energia esplosiva di un grunge moderno e altri in cui costruisce spazi sospesi, facendo respirare la canzone e invitando l’ascoltatore a perdersi nei dettagli.
Il disco mantiene un equilibrio sorprendente tra rock spontaneo e istintivo e una scrittura scaltra e consapevole. In ''Vacuità'' non c’è la ricerca del colpo ad effetto: i Nevecieca preferiscono costruire momenti, tessere figure sonore che si insinuano piano e rimangono, mescolando energia pura a pause che invitano all’ascolto profondo.
La tensione viene gestita con maturità, usando il silenzio e la sospensione come elementi strutturali tanto quanto i riff o i colpi di batteria. ''Vacuità'' racconta la ricerca di senso in un panorama che chiede impegno, presenza e autenticità.
La band gioca con riferimenti e traiettorie rock senza restarne intrappolata, e al tempo stesso non tradisce l’urgenza emotiva che sta dietro alle canzoni. È un album che sa farsi ascoltare nel rumore dei giorni come un punto di vista deciso e personale, capace di catturare chi è disposto ad andare oltre la superficie. (Luca Vettoretti)