recensioni dischi
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EAR  "La stanza della cera"
   (2005 )

Può, nel terzo millennio, nascere e prosperare una band composta da 2 chitarre ed 1 violino? Niente batteria, basso, percussioni, tastiere? Senza una benché minima sezione ritmica? Con il solo, essenziale e scarno apporto, ripeto, di due chitarre acustiche, un violino ed una voce? Questa è la grande scommessa degli Ear, quindi più precisamente di Eulalia Grillo (violino), Andrea Barlotti (chitarra e cori) e Cristiano Sapori (voce e chitarra). Senza tergiversare, rispondiamo subito al quesito: sì, evidentemente si può. E si può farlo anche bene, a giudicare dai risultati. Questo e.p. "La stanza della cera" è infatti un esperimento riuscito. Questo trio acustico ravennate ha portato a termine un'impresa dal dispiego di mezzi minimo, quasi inesistente, ma dalla portata artistica notevolissima. Non sempre la vastità di risorse impiegate va a braccetto con i risultati, a volte anche l'essenzialità della proposta diventa uno dei motivi della buona riuscita finale. E' difficile descrivere le atmosfere di questo cd, ma mi sento (in assoluta buona fede) di consigliare questo disco a tutti. Non solo a chi già ama le atmosfere intimistiche, le melodie non invasive, a chi piuttosto che gli Iron Maiden preferisce i Kings of Convenience. Mi sento di consigliare questo cd a tutti. Qualunque sia il vostro gusto musicale. Forse non esulterete al primo ascolto. Forse non alzerete i pugni al cielo, in segno di vittoria, alle prime note che vi elargirà il vostro lettore. Dovrete fare lo sforzo di chiudere gli occhi e di sognare. Dovrete prendervi un sano quarto d'ora di pausa dal mondo, dalla confusione e dalla frenesia. E che nessuno venga ad etichettare questa proposta come new age o chissà che altro. E' solo buona musica. Ottima musica. Grazie, Ear. (Andrea Rossi)