recensioni dischi
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STEFANO MIELE  "Glocalizm vol.1 - Samples, traditionals & folk!"
   (2007 )

Stefano Miele è uno dei più noti ed apprezzati deejay italiani, con un gusto tutto particolare per le produzioni: più varie e disparate sono, meglio è. Così, dopo due album a proprio nome ('Pista connection' del 2000 e 'Flux' del 2002), più svariati remix per altri artisti e diverse importanti collaborazioni (Caparezza, Alessio Bertallot, Roy Paci e via dicendo), giunge ora al terzo album. Tanto per cambiare, siamo alle solite: Stefano ha pensato bene, anche stavolta, di cambiare totalmente le carte in tavola. In questo "Glocalizm Vol.1 - Samples, traditionals & folk!" trovano così spazio rielaborazioni argute (e quasi irriconoscibili) di temi tradizionali del sud Italia, con una base dance ed house che li rendono pronti allo sbarco in grande stile nelle discoteche. Totalmente diverso, chiariamolo subito, dalle orribili reinterpretazioni dance dei classici italiani realizzate all'estero, stile Francesco Napoli e la sua 'Balla Balla', fatte solo per "infinocchiare" gli emigranti nostalgici. L'operazione è invece accostabile, semmai, alla riscoperta attualizzata di atmosfere popolari che usano svolgere realtà come Madredeus o Gotan Project. In quest'impresa (perché di questo si tratta), ad affiancare Miele c'è un team di musicisti ed interpreti chiave della scena world sud-italiana come Rosapaeda, Lino Cannavacciuolo, Marcello Colasurdo, Arakne Mediterranea, Avleddha, Daniele Durante, Brunella Selo, Auli Kokko, Ghetonia, più un illustre "infiltrato" come Caparezza, autore con la sua 'Musicanarkica' dell'esperimento meglio riuscito. La novità è, ovviamente, la chiave dub-dance, che celebra il folk stravolgendolo e donandogli nuova vita. Il tutto nasce, in realtà, dalla tesi di laurea di Miele, in Lingue e Letterature Straniere, svolta all’Istituto Universitario Orientale di Napoli. La sua ricerca si intitolava "Il terzo spazio", e indagava gli effetti dell’incontro tra la cultura globale e quella locale. Nacque così questo viaggio nella musica tradizionale suditaliana rielaborata con stile digitale, approdato ora su disco e presentato inoltre con una serie di dj set e live set in giro per l’Italia ed anche per l’Europa, grazie alla miscela particolare di worldbeat ed elettronica. Assolutamente vincente, oltre che originale. (Andrea Rossi)