recensioni dischi
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ROBERTO GATTO  "Traps"
   (2007 )

Al primo ascolto, il piano della prima traccia suona maestosamente classico. Come uno dei tanti grandi compositori del passato. Tuttavia, il sassofono entra nell’atmosfera dell’album e ci riporta in un genere ben noto a Roberto Gatto: il jazz. Il dodicesimo album di questo batterista romano affonda le mani e il cuore nelle radici più pure del jazz d’oltreoceano, senza cadere mai nel banale e dando il giusto compenso melodico all’intera opera. “Octagonal” è la canzone migliore, incredibilmente in bilico tra il suono retrò dei complessi swing anni ’40 e le acrobazie dell’hard. Non dobbiamo dimenticare che questo è un album di un batterista, il quale non si limita a suonare le pelli dei tamburi, ma percuote tutto ciò gli capita appresso: meccaniche, bordi, bacchette stesse. Per essere “solo” un batterista il suo gusto compositivo lo annovera tra i più grandi talenti dello Stivale. (Matteo Preabianca)