recensioni dischi
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SOLONGCOCK'SNAME  "The Donkey Cock album"
   (2007 )

Innanzitutto: se non sapete esattamente il significato della parola "cock", consultare il vocabolario inglese, per favore, chi scrive non se la sente proprio di tradurre (anche se, in effetti, è molto facile immaginare...). In secondo luogo: questa è una grande band. Capace di produrre un album di piccole-grandi perle. Piccole per la durata (10 chicche di circa 2 minuti e mezzo, con una punta minima di 1'57" ed una massima di 3'02"), grandi per l'impatto. Trattasi di rock'n'roll, chiaro, e, più che di un gruppo vero e proprio, si tratta di un duo: Johnny "The Sexy" e Steve "The Angel". Non chiedete di più, perché non è consigliabile sapere di più. Nascono da una costola dei bravi Mesas (troverete su questo sito la recensione del loro sorprendente album "Spasmi che sanno di me"), si definiscono figli della "santissima trinità" composta da Chuck Berry, Buddy Holly e Jesse Hughes. E due sono le parole chiave intorno alle quali gravita l'orbita ellittica dei SoLongCock'sName: sexy e gratis. Il progetto nasce infatti con il preciso intento di realizzare un album da poter distribuire gratuitamente, tramite internet: e così è, dal momento che l'intero lavoro è free download all'indirizzo www.solongcocksname.com. Fateci un salto, e ringrazierete. Il disco è stato inoltre effettuato in maniera spartana, con mezzi propri e notevolmente "casalinghi": un mini Mac, una scheda audio, un microfono ed una chitarra, sudando, ballando e gridando in 25 mq di appartamento. Più "casalingo" di così... Suoni, quindi, imprecisi? Raffazzonati? Un cavolo, qui è tutto centrato e compiuto, altro che. Tutto questo per dimostrare che il Rock'n’Roll non ha bisogno di tecnologia, ma solo di amore, di passione e di buone idee. I due ci riescono? Al 100%, credetemi. Ascoltatevi l'apertura dell'album, affidata ad "I'm Jack, I'm back" (figlia degli Stones, più che di Chuck Berry o Buddy Holly), o la trascinante "What a girl" (Clash nell'aria...), o ancor più la sexy ed ondeggiante "Lullaby", e renderete omaggio come me al Donkey Cock. Sempre, ovvio, che nel frattempo non abbiate scovato un vocabolario... (Andrea Rossi)