recensioni dischi
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GUSTER  "Ganging up on the sun"
   (2007 )

Da Boston, Massachusetts, ecco i Guster. Sono al 5° album ed al 10° anno d'attività, ma non si può dire che sin qui abbiano fatto sfracelli, in Europa, in quanto a vendite e notorietà: beh, è un peccato. Questo è, in tutta semplicità, un grande disco. Rock, anzi pop-rock, nell'accezione più pura che si possa immaginare. Quando "pop" è un merito, non di certo un limite. I 4 ragazzi che compongono i Guster hanno, oltre a musiche perfette e centrate, anche un messaggio da trasmettere: attivi ecologisti, si sono adoperati a mettere in piedi il "Campus Consciousness Tour”, una tournèe condotta (con bus a biodiesel e palchi alimentati anche grazie all’energia eolica) sotto l'insegna dell'attenzione all'ambiente. Ma sarebbe davvero ingiusto e limitativo racchiudere la proposta dei Guster nel mero messaggio ecologista: queste sono canzoni splendidamente orecchiabili, limate in fase di composizione e d'arrangiamento sino a divenire quasi perfette. Echeggiano qua e là Fleetwood Mac e R.E.M., CSN&Y e Doobie Brothers, Eagles ed Elton John, Kinks e Beatles, ed anche, per venire al corrente millennio, Maroon 5. Senza avere davvero, per esempio, rispetto a questi ultimi, minor frecce al proprio arco: e chi ve lo sta dicendo è un acceso estimatore di Adam Levine e compagni. "One man wrecking machine" è a metà tra Coldplay e, appunto Maroon 5, e, insieme ad "Hang on" e "The new underground", non stonerebbe in qualsiasi airplay radiofonico. Ma, certo, a volte è più facile (e forse anche più redditizio) promozionare e spingere all'inverosimile l'ultimo presunto re dell'hip hop: salvo, nel giro di 2 anni, nemmeno ricordarne più il nome. Quindi, fondiamo un partito a nome dei Guster. Non vinceremo le elezioni, questo è certo, ma almeno ascolteremo buona musica. (Andrea Rossi)