recensioni dischi
   torna all'elenco


MARILU' LOREN  "Respiri"
   (2007 )

Bisogna saper aspettare, lo dice anche la pubblicità di un noto whisky. Non ci è dato sapere se i romani Marilù Lorèn siano amanti del suddetto liquore (saranno poi affari loro), ma diciamo che, senz'ombra di dubbio, ne condividono le scelte di pazienza e lungimiranza. Solo che, il più delle volte, il mondo della musica (non solo italiano, anzi) ama terribilmente chi sa proporsi con regolarità: anche quando, magari, non si ha assolutamente niente da dire. Anche ora, in questo preciso momento storico, quando cioè dischi se ne vendono sempre meno, il mercato va comunque "presenziato", foss'anche con l'ennesima raccolta o il 27° disco live consecutivo. C'è chi se ne frega, comunque, e questa è già, di per se', una bella notizia. I Marilù Lorèn sono, fortunatamente (e, presumo, orgogliosamente), parte di questa schiera: di chi, dei diktat del mondo delle 7 note e delle sue consuetudini, gliene importa la beneamata fava. Riprova ne sia che questi 5 ragazzi lavorano insieme da quasi un decennio ('98, per la precisione), e nel frattempo hanno prodotto un singolo (subito, nel '98: il manifesto programmatico "Marilù Lorèn") ed un solo E.P., "Inespansione" del 2002. Nel frattempo, come informa la loro biografia, "fra un concerto e l'altro stanno pazienti nella loro città, affinando le armi per quella che è la loro ricerca espressiva". Se è veramente così, se insomma siamo di fronte ad una scelta consapevole, massimo rispetto per la coerenza. L'elogio della pazienza, potremmo definirlo, citando il biblico libro di Giobbe. E dire che, a giudicare da questo ottimo "Respiri" (il loro primo disco "vero", quindi), di cose da dire i Marilù Lorèn ne hanno davvero parecchie. E' il bravo Paolo Benvegnù a curarsi di loro, a farlo egregiamente, e da tanto tempo. I suoni sicuramente hanno risentito della benevola influenza dell'ex leader degli Scisma, ma è la scrittura, a tratti addirittura prodigiosa, ciò che veramente avvince di questa proposta. Potrei citarvi un brano a caso dei 12 contenuti, talmente alto e compatto è il livello medio del disco, ma perdonatemi il vezzo di farvi partire dalla fine: i 2 soli minuti di "Travisando" riconciliano con il mondo. E poi l'ottima "Sempre io", ed anche "Sei mesi fa", oppure l'iniziale "Ho attraversato il mare". Come si diceva, questi non sono che alcuni tra i tanti (tutti?) episodi riusciti dell'album, straordinariamente curato in fase compositiva, e poi limato fino alla follia per quanto riguarda gli arrangiamenti. Perché, alla luce di questi risultati, dannarsi a fare un disco all'anno? Hanno ragione loro, a questo punto, hanno ragione i Marilù Lorèn. E pazienza se dovremo attendere altri 10 anni per ascoltare un loro nuovo disco. Ne sarà valsa la pena, se il piacere sarà anche solo lontamente paragonabile a quello causato da queste 12 canzoni. (Andrea Rossi)