recensioni dischi
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MASSIMO DONA' QUINTET  "Cose dell'altro mondo (bi sol mi fa re)"
   (2006 )

Un disco, questo, di jazz ma non solo. C'è molta, molta e diversa musica, dentro "Cose dell'altro mondo" del Massimo Donà Quintet. Non solo jazz, quindi, ma anche blues, grazie all'ottima chitarra di Giorgio Mantovan, e poi ancora funky e pure rock, nel brano d'apertura.

Il quarto cd del quintetto riflette, quindi, la variopinta e variegata personalità del proprio leader. Per chi non lo sapesse, Massimo Donà, prima ancora che musicista, è un filosofo. Uno di quelli veri, intendiamoci: è giusto specificarlo, in tempi nei quali chiunque abbia uno straccio di idea in testa si auto-proclama "filosofo". Donà ha pubblicato decine e decine tra volumi e saggi, tenendo diversi convegni e seminari in svariate città italiane, ha collaborato con Massimo Cacciari (che compare nel disco come voce recitante) presso la Cattedra di Estetica dello IUAV, coordinando per alcuni anni i Seminari dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Venezia, ha insegnato Estetica presso l’Accademia di Belle Arti, ed ha fondato, con lo stesso Massimo Cacciari e con Romano Gasparotti, la rivista 'Paradosso'. Sino a quando viene chiamato come Professore Ordinario di Teoretica presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, che ancora lo vede alacremente impegnato.

E, quindi, perché mai un filosofo-pensatore di tale portata si scopre, un bel giorno, musicista? No, niente di tutto questo: per Donà la musica non è mai stata un passatempo, bensì una passione totale, assoluta, che ha precorso (e non di poco) i tempi degli studi "seri" e della filosofia.

Ha infatti esordito giovanissimo come musicista al fianco di due dioscuri come Giorgio Gaslini ed Enrico Rava, dopo di che ha formato un suo gruppo, i Jazz Forms, a cui è seguito il Massimo Donà Sextet, che si è preso il lusso di suonare in jam session con alcuni padri storici del jazz, come Dizzy Gillespie, Marion Brown, Dexter Gordon e Kenny Drew. Poi, come detto, la svolta filosofica, e le tante opere ad essa correlate.

Sino a quando, nel 2001, il richiamo delle 7 note diviene di nuovo pressante (ma è più fondato immaginare che non se ne fosse mai andato), e Donà riprende a suonare professionalmente formando un nuovo gruppo, il presente Quintet, con il quale si esibisce in Italia e all’estero ed incide ben quattro CD: "New rhapsody in blue " ('02), "For miles and miles" ('03), "Spritz" ('04) e, appunto, questo "Cose dell'altro mondo". Un disco, lo si è già detto, vario e davvero valido, nella sua studiata alternanza di atmosfere. Ben suonato, inoltre: e quindi (oltre al leader) vanno citati ed applauditi Michele Polga (determinante con i suoi sax), e soprattutto Davide Regazzoni e Nicola Sorato, motori pulsanti del Quintet con le loro batteria e basso.

Merita, infine, un approfondimento anche il sottotitolo "bi SOL MI FA RE": il cd è stato infatti realizzato in stretta collaborazione con la Bisol, la nota azienda viticultrice del Valdobbiadene, che ha svolto così l’importante ruolo di “musa ispiratrice”. Infatti, il tema portante di questo lavoro artistico è una riflessione sullo storico legame fra vino e filosofia, fra il degustare il “nettare ricavato dalla vite” e l’essenza più profonda della natura umana, fra, insomma, vino e "di-vino". Donà ha trovato in Bisol una interessante chiave di lettura, uno spunto per un'analisi di ampio respiro: la famiglia Bisol, come si legge nelle note del booklet del cd, “dell’ebbrezza infusa dal vino sta cercando da tempo di rinvenire la misura perfetta, consapevole del fatto che essa (…) non può vivere se non nella ricerca che solo pochi sapienti continuano devotamente a perseguire”. Per questo motivo, il cd (partendo proprio dal sottotitolo "bi SOL MI FA RE") è quindi un omaggio all’azienda che più di tutti sa congiungere vino e filosofia, ma anche un originale gioco di parole: “bi”, infatti, è una nota nel sistema musicale anglosassone, mentre le restanti note del titolo formano una frase di evidente senso compiuto. (Andrea Rossi)