recensioni dischi
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MATTEO GIORGIONI  "Ho suonato di sognare"
   (2007 )

Dall'esplosione del "fenomeno" Giovanni Allevi in poi, il piano-solo sta indubbiamente vivendo una seconda giovinezza. I dischi di pianoforte "puro", molto poco contaminato, sono ovviamente sempre esistiti, ma, con l'apporto del bravo Allevi, e con lo straordinario successo riscosso dai suoi album (disco d'oro per 'Joy', d'argento per 'No concept'), è indubbio che il genere stia conoscendo un momento di grande fulgore. Soprattutto perché, grazie ad Allevi, i dischi di pianoforte solista sono stati "sdoganati", non essendo, quindi, più relegati ad un pubblico d'elite, mutuato dagli amanti della musica classica, bensì accettati ed amati da un'audience quanto mai varia e variegata, con tantissimi giovani compresi nelle proprie fila. E arriviamo così, finalmente, a Matteo Giorgioni: che, probabilmente, la propria musica la faceva ben prima del boom di Giovanni Allevi, ma che, indubbiamente, di questo boom ne sta sicuramente beneficiando. Non un clone, comunque, sia chiaro, ma una proposta vera, vissuta, e, come scopriremo presto, anche straordinaria dal punto di vista umano e di solidarietà. Ma, andando con ordine, il primo particolare da focalizzare è la straordinaria validità dei brani contenuti in questo E.P. "Ho suonato di sognare": non c'è solamente ottima tecnica, qui c'è soprattutto una stupefacente completezza musicale, ancorchè legata esclusivamente al nudo ma rotondo suono del pianoforte solo, che emerge da ogni brano. "Alma di T." è probabilmente la proposta più convincente, ma anche la lunga "Ieri" mostra un dono innato di far sognare il fortunato ascoltatore. Quindi bravo al bolognese Giorgioni, per l'intensità e la capacità di coinvolgere con le proprie note anche l'uditore più distratto. E bravo, anche e soprattutto, come si accennava, per la proposta umanitaria e di solidarietà che porta avanti con coraggio. Nel 2005 Matteo si reca in Brasile, a visitare le favelas locali grazie al supporto dell'Associazione umanitaria Macondo, e decide di mettere la propria arte a supporto di queste persone sfortunate. Al suo ritorno in Italia si esibisce dovunque lo chiamino, anche per strada, alternando la sua musica ad immagini del Brasile ed al racconto della sua esperienza. Ad un anno di distanza, con i soldi raccolti (in collaborazione con il Movimento Emmaus ed anche delle persone del luogo), viene inaugurato un piccolo acquedotto, un ambulatorio, una sala polivalente ed un ufficio per i diritti umani, in collaborazione con l’avvocato locale Airton Barreto. La cifra? Meno di 5.000 euro. Fa pensare, soprattutto in un mondo votato allo spreco come il nostro. "A mudanca grande comeca das coisas pequenas": un grande cambiamento comincia dalle piccole cose. Scrivetegli, all'indirizzo thonythonino@yahoo.it, e visitate www.matteogiorgioni.it: sarà l'inizio di un viaggio senza ritorno. (Andrea Rossi)