recensioni dischi
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PAUL HARDCASTLE  "19"
   (1985 )

Si era, vai te a capire il motivo, in curioso revival vietnamita. Si stavano girando film sulla guerra, e magari in Italia si recuperava la famosa "C'era un ragazzo", soprattutto all'epoca, quando il Zànni Morandi si stava sdoganando dai suoi oscuri '70s.

In Britannia, Paolino era uno di quelli a cui piacevano sì le tastiere, ma non era poi un amante della commercialità in quanto tale: insomma, puntava a Jean Michel Jarre più che a Howard Jones, per intenderci.

Non si sa come gli venne l'idea, ma registrò un telegiornale di fine anni '60 - senza chiedere il permesso, almeno all'inizio, allo speaker dell'epoca. Motivo questo per cui c'erano in giro varie versioni del singolo -, lo condì di coretti femminei e di un discreto strato elettronico, e lanciò il 45 giri al mondo. Che lo accolse a braccia aperte. Con video crudo fatto di immagini belliche, e con la ritmica che non lasciava spazio a fughe, "19" divenne un successo mondiale ben oltre l'aspettato, e si potrebbe anche dire che fu il precursore di tanti, troppi campionamenti nella musica pop. Paul ci sguazzò, andando poi a tradurre l'originale in svariate lingue (se ne trovano una tedesca, una spagnola e una francese: manca l'italiano. Magari il Bruno Vespa della situazione non aveva fiutato l'affare) e arrivando, suo malgrado, a diventare una stella del firmamento musicale.

Non era però il suo mondo: si cercò di andare a scrutare nel suo passato, ma c'erano solo suite strumentali poco avvezze alla radiofonia, e anche questo album viveva soprattutto di roba difficile all'ascolto commerciale. Sia chiaro: non che "19" lo fosse, ma vai te a sapere come va il mondo: la potevano cantare i balbuzienti, ma la potevano ballare tutti. Hardcastle restò nel tracciato, con una "Just for money" a raccontare epico assalto ad un treno, utilizzando la voce di Sir Lawrence Olivier come intro, e poi una facile "Don't waste my time" a mantenerne alte le quotazioni nelle classifiche. Ma non era proprio la sua destinazione: avrebbe continuato a fare roba come piaceva a lui, inserita in raccolte chiamate inevitabilmente "19", magari aggiungendoci anche una "19 second part" che uscì, senza gran clamore, qualche anno dopo.

Vietnam. Sa-sa-saigon. Vietnam. Sa-sa-saigon: magari prima o poi gli verrà in mente una Iraq. Ba-ba-bagdad. Suggeriteglielo, anzi no: Bush lo andrebbe a bombardare in poche ore. (Enrico Faggiano)