recensioni dischi
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EDOARDO BENNATO  "Kaiwanna"
   (1985 )

Era tornato sulla terra, fragorosamente, dopo gli exploit di qualche anno prima, quando le canzonette e i capitani uncini gli facevano riempire gli stadi (roba che non usciva in automatico, soprattutto se eri italiano). Ma "E' arrivato un bastimento", classe 1983, non era proprio riuscito a sfondare, e il rischio era quello di crollare nell'anonimato, come stava capitando a tanti italici in un periodo di titanica britannicità della musica, delle radio, delle classifiche. Eppure non si diede per vinto, proprio mentre accanto a lui cadevano cadaveri a frotte: una sigla per la "Domenica Sportiva" per nulla banale (una "E' goal" antica nonna delle future notti magiche), e un disco che sembrava veramente refrattario a compromessi. "Kaiwanna" infatti è uno dei lavori più intriganti della sua produzione, anche se misteriosamente passato inosservato: si tratta infatti di un brillante incrocio tra rock, new wave d'importazione e bennatità pura. Si passa da "Zero in condotta" ed "Eroe Fantasy", materiale che sarebbe piaciuto anche a Billy Idol, per intenderci, ad "Asia" come ai geroglifici di "Kaiwanna". Senza dimenticare le cose più soft e poetiche, bussando alla porta di "In cerca del futuro" o della curiosa "Relax". Non fu baciato da fortuna, come detto, quasi che il nostro mercato fosse completamente succube dell'Oltrebrennero, dell'Oltremanica, dell'Oltreoceano, per non accorgersi dell'Oltremodo italiano che non aveva nulla di che invidiare a prodotti spesso di bassa lega che, solo per il fatto di parlare inglese, diventavano dei successi. Si sarebbe rifatto, con gli interessi, pochi anni dopo. (Enrico Faggiano)