recensioni dischi
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BROS  "Push"
   (1988 )

Santo cielo. Abbiamo in questi anni sdoganato qualsiasi cosa proveniente dagli ‘80s, ci siamo ritrovati a rimetter spalline e a cotonar capelli, e loro, dico, Loro, ancora no? Cattivoni. Eppure la storia era sembrata fin da subito piena di fama e fascino: siamo nel finire del decennio, e lentamente gli eroi delle prime invasioni britanniche iniziano a mostrare segni di squilibrio. I Duran hanno perso dei pezzi, gli Spands litigano ad ogni uscita di vinile, Boy George ormai è visto più come una buffa sgualdrina che non l’autore di “Do you really eccetera”, e quel mondo sembra non avere più peso: si preferisce casomai ascoltare l’hair-rock di Bon Jovi e Europe, o ballare tra i capezzoloni di Samantha Fox. O iniziare a farsi prendere dai nuovi generi house: meno belle facce (ma li ricordate i D-Mob?) e più bumbum, insomma. Loro cercano di prendere l’ultimo treno: due gemellini che dimostrano ancor meno dei 20 anni che hanno e un amico al seguito, alla ricerca di un suono pop che a tratti risulta fuori moda già al primo ascolto, ma che esplode in una Britannia alla ricerca di eroi per i giornaletti. “I nuovi Wham!”, qualcuno li chiama, senza magari far conto che i vecchi Wham!, poi, sono durati non più di due album. E, soprattutto, qua di George Michael in vista non ce ne sono: la voce acuta di Matt Goss spara “When will I be famous” indossando allucinanti giacche colorate con spallina, poi chiede di essere considerato adulto in “Drop the boy”, per un album costruito tutto attorno ad un suono da discoteca pomeridiana. Fatto per quindicenni che ancora non avevano il permesso di impasticcarsi, cioè. “Push” è un successo clamoroso, specie in casa propria, a cui non viene dato un seguito: un po’ perché loro subito vogliono essere considerati artisti e non una preistorica boyband (non per niente, si cercò di creare un dualismo con i New Kids On The Block, altro idealtipo dal cui stampino sono arrivate le sciagure musicali dei ‘90s), un po’ perché se fanno rock non vengono considerati, se fanno pop sono out of fashion. Grazie e arrivederci quasi subito, con Matt a cercar fortune anche in Italia, e con un tragico quesito: perché il revival ha risollevato le sorti degli eroi dei primi ‘80s, dimenticandosi loro? Forse perché erano in ritardo ancor prima di partire. (Enrico Faggiano)