recensioni dischi
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FATA  "La percezione del nero"
   (2007 )

Potente ma centrato, duro ed al tempo stesso orecchiabile, il rock dei Fata è una delle più belle sorprese degli ultimi tempi. Nonostante i ripetuti rimandi alle sonorità anni '80 (compiuti in modo decisamente convincente ed avvincente, diciamolo), il sound di questi 5 ragazzi modenesi è oltremodo attuale, e gli echi di Depeche Mode, Ultravox ed Echo & the Bunnymen, con una spruzzata dei primi U2 (quelli di "Sunday bloody sunday", per intenderci), potranno essere colti compiutamente solo da chi ha già qualche capello bianco sul capo. I giovanissimi noteranno semplicemente come questa sia ottima musica. Condita, inoltre, da un tessuto testuale tutt'altro che banale, anzi a volte superiore allo stesso impianto musicale. Il tutto presentato con un raro equilibrio, al punto che fa quasi dispiacere che questi ragazzi siano provenienti da Carpi: nulla contro la bella cittadina modenese (sede di una delle emittenti radiofoniche più in gamba del Nord, la celebre Radio Bruno), ma viene da pensare che se il gruppo fosse invece di Birmingham, o di New York, oggi avremo l'etere e le charts letteralmente invase dal loro sound. E sarebbe un'invasione assolutamente meritatissima, e soprattutto piacevole per chi si facesse invadere da quest'onda sonora. L'augurio è che i Fata arrivino comunque al grande successo che meritano. Per sfatare, in Italia e (perché no?) in tutto il mondo, il luogo comune della musica tricolore datata e mielosa. Qui c'è anche chi fa musica con le palle. Come i Fata. (Andrea Rossi)