recensioni dischi
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GIONATA  "Daytona"
   (2007 )

Un concept sul mondo motoristico: o, meglio, sulle tante assonanze tra il pianeta delle corse e la vita reale, quotidiana, di tutti i giorni. Questa è una delle chiavi di lettura di questo bell'album dello svizzero Gionata. Ma molte altre, diciamolo subito, possono essere le interpretazioni fornite da questo cd, talmente dense di idee e di buone trovate sono queste 12 canzoni, quasi interamente scritte, suonate e prodotte dallo stesso Gionata Zanetta, con il contributo di numerosi musicisti e amici tra cui Zeno Gabaglio, violoncellista d'avanguardia. Ciò che emerge subito, al primo ascolto, è uno stile asciutto e vincente, sia dal punto di vista di scrittura che da quello meramente vocale, nel quale lo svizzero italiano ricorda spesso Garbo, l'indimenticato autore di "A Berlino...va bene" e di "Vorrei regnare". E, in secondo luogo, ciò che emerge è un mestiere notevolissimo, che senza togliere freschezza e spontaneità alle 12 proposte, le rende potabili a qualsiasi orecchio. Tale mestiere è pienamente giustificato dal fatto che Gionata ha già all'attivo ben 6 album, compreso quest'ultimo "Daytona": dopo gli esordi di 'Fascino da finto prato', risalente ormai a quasi un decennio fa, in soli 2 anni (tra il 2001 e il 2002) il cantante di Lugano ha pubblicato ben tre dischi, il primo dei quali ("Mi Sono Acceso") prodotto addirittura da Gianni Maroccolo. I seguenti sono "Gioia modesta" e, soprattutto, "Cahier du Mexique", scritto a 4 mani con il poeta Elia Buletti: dopo questa doppietta del 2002, si arriva a "Si può essere un'alba", uscito nel 2006, che con il singolo "Vorrei essere la moda" ottiene, finalmente, un notevole riscontro radiofonico. Ma è fuori di dubbio che questo, ora, sia il più che probabile inizio della "vera" carriera di Gionata: quella, insomma, nella quale il ragazzo di Lugano ottiene il giusto riconoscimento da parte del pubblico indie tricolore. "Mi ami?", "Ognuno di noi ha il suo Elvis", "Punto e virgola", "Che cosa ci fai a Daytona?" sono piccole-grandi perle pop-rock, condite da una vena testuale ironica ed ammaliante, e non stoneranno nel lettore di qualsiasi ascoltatore, sia di chi predilige il rock più intransigente sia di chi si ciba usualmente della musica italiana ritenuta più commerciale. Di quanti altri autori potete dire la stessa cosa? (Andrea Rossi)