recensioni dischi
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CARLO MARRALE  "Melody maker"
   (2007 )

I Matia Bazar hanno scritto alcune delle pagine più importanti della musica italiana. Alcuni, forse, storceranno il naso a questa affermazione, ricordando magari episodi un po’ “minori” del loro repertorio, come “Mister mandarino” o “Tu semplicità”. La realtà è che l’ensemble genovese fu il primo, nelle italiche sponde, a ricalcare un modello anglosassone di gruppo aperto, nonostante la presenza importante ed appariscente della grande vocalist Antonella Ruggiero. Più tardi furono, ancora una volta, i primi in Italia ad aprirsi a sonorità elettroniche, ed a sdoganarle presso il grande pubblico. Fu alla fine di questa seconda fase, nel 1993, che Carlo Marrale lasciò la band, dopo 18 anni di militanza e 18 album esatti (raccolte comprese). Subito un bel disco solista (“Tra le dita la vita”, del ’94), condito anche dalla partecipazione a Sanremo con il brano “L’ascensore”, e lì sinceramente tutti avremmo predetto una grande carriera solista per lui. L’album era davvero bello, con alcune perle assolute come “Unica pagina”, “Angelo custode” o la conclusiva ”Sempre qualcuno”: invece, da allora, ne avevamo quasi perso le tracce. In verità, Marrale aveva solo spostato il proprio interesse verso altri lidi, coltivando le sue altre passioni (la fotografia e la pittura), ma anche lavorando in altri generi musicali: nel lounge (il suo brano “Indiana Cafe'” entrò a far parte della raccolta “Ying-Yang” fianco a fianco con John Coltrane e Feel Good Production), nella dance (la sua ‘Take my breath away’ arrivò addirittura al numero uno nelle classifiche giapponesi) e pure nella musica lirica, componendo per Salvatore Licitra e Marcelo Alvarez (due tra i più grandi tenori delle scene internazionali) il brano ‘Odissea’, che raggiunse il primo posto nelle charts U.S.A., venendo anche reinterpretato dalla progressive metal band americana Queensryche. Di tutto un po’, insomma, a dimostrare che la buona musica è tale e basta, senza paletti ne’ preclusioni. Ma la canzone d’autore, quella prodotta per quasi 20 anni con i Matia, poteva rimanere in un angolo per sempre? Ovviamente no. Rieccolo, quindi, Carlo Marrale, con il suo nuovo album solista, il secondo, a ben 13 anni da quello d’esordio. Tanta attesa non è stata comunque mal spesa: il disco è ottimo, e dimostra come la figura di Marrale non sia stata, e non sia nemmeno ora, per nulla marginale nel panorama musicale italiano. ‘Controtendenza’ (nuovo singolo) è un vero capolavoro pop, ‘A prescindere’ è un altro piccolo gioiellino, così come non può non conquistare il sound portoghese di “Docemente” ed anche la ripresa dei due “evergreen” di sua composizione (‘Ti Sento’ e ‘Vacanze Romane’) che fecero letteralmente il giro del mondo quando Carlo faceva parte del Bazar, brani qui ripresi, ri-arrangiati ed interpretati con gusto attuale ed il solito “savoir fair” musicale che Marrale detiene ormai da oltre 30 anni. L’augurio? Quello di essere ancora qui a parlare di lui, tra altri 30 anni. (Andrea Rossi)