recensioni dischi
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MASSIMO PRIVIERO  "Rock & poems"
   (2007 )

Da anni vanno di gran moda, in tutto il mondo (Italia compresa), gli album di cover. E' assolutamente inutile che vi enumeri quali grandi artisti si siano cimentati in tempi recenti in album composti da riletture di brani altrui, più o meno famosi: farei, sinceramente, molto prima a dire chi non l'ha ancora fatto. Cioè pochi, pochissimi.

C'era, quindi, bisogno, di un altro, ennesimo album di cover? Risposta: sì, assolutamente. E perché mai, direte voi? Semplicissimo: perché questo disco di Massimo Priviero, pur essendo una rilettura di grandi brani del passato, non è specificatamente un cover album. Si tratta piuttosto di un omaggio (di Priviero, ma per la verità anche nostro) alla musica di cui in gran parte siamo figli.

Senza alcun timore, il rocker di ''San Valentino'' e di ''Nessuna resa mai'' affronta lo scomodo paragone con i classici di ogni tempo. Esempi? Se, tanto per dirne una, la Pausini rilegge di Cocciante "Io canto" (quindi non "Bella senz'anima" o "Cervo a primavera"...), Priviero reinterpreta "Blowin' in the wind" di Dylan, "The sound of silence" di Simon & Garfunkel, "Desperado" degli Eagles, "Have you ever seen the rain" dei Creedence Clearwater Revival. C'è da farsela sotto, insomma.

Ma non era, l'intento di Massimo, quello di mettersi a fare gare di bravura con tali mostri sacri, lo si è già detto: la voglia (benedetta, e straordinariamente riuscita) era quella di vedere chi siamo, di scoprire come siamo arrivati ad essere (musicalmente, e non solo) quelli che siamo oggi. Un grande viaggio, quindi, dentro i grandi classici degli anni '60/'70 che ci hanno formati, con Dylan, Waits, Springsteen, ed anche due brani inediti dello stesso Priviero: “Resistance” (versione inglese di “Dolce resistenza”, la title-track del suo ultimo album), e "Marchin' on".

"Iniziai a suonare da ragazzino, a metà dei ’70", spiega Priviero, "perché qualcuno mi regalò un disco di Bob Dylan. Il mio sogno di ragazzo non era di far dischi, né di aver successo, ma era quello di suonare “Mr.Tambourine man” in giro per le strade d’Europa. “Blowin' In The Wind” è invece la prima canzone che la mia chitarra ha suonato e che la mia voce ha cantato". Come a dire: se sono qua (musicalmente e non solo, ancora una volta) lo devo a queste canzoni. Perché, noi no? (Andrea Rossi)