recensioni dischi
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AIRPORTMAN  "Rainy days"
   (2007 )

Ho apprezzato non poco il lavoro degli Airportman nell'ultimo disco di Stefano Giaccone "Come un fiore", opera dura e cruda (si tratta di un concept sulla morte...) che però, anche grazie al lavoro strumentale, appunto, degli Airportman, diveniva magicamente fruibile per le orecchie dell'ascoltatore, nonostante la serietà dell'argomento. Ero quindi curioso nell'approcciarmi a questo disco, anche perché va detto che, negli ultimi tempi, la band in oggetto è divenuta abbastanza celebre ed apprezzata in seguito all'incisione del debut album "Off" ed alle proprie prove live: questo a causa (o, meglio, per merito) di musiche dolci ed oniriche, che nei gusti generalizzati stanno sempre più prendendo piede. In questo "Rainy days" i cuneesi Airportman non si smentiscono certamente: le atmosfere sono esattamente, appunto, quelle dei cupi giorni di pioggia del titolo. Ma bisogna anche aggiungere che, nel paragone con il lavoro fatto con Giaccone, qui si sente un po' la mancanza della voce. Il canto avrebbe probabilmente sollevato un po' queste atmosfere, cupe ed al tempo stesso rilassanti ed eteree ma, proprio per l'assenza di una voce guida, i brani tendono un po' ad assomigliarsi tutti, con il pericolo che, dopo una manciata di canzoni, l'attenzione possa scemare. Sarebbe un peccato, perché dietro ogni singolo pezzo c'è, in effetti, un notevole lavoro strumentale e di ricerca: ma proprio la scelta di proporre brani esclusivamente musicali, più che un punto di forza, potrebbe, alla lunga, divenire un punto a sfavore per i pur bravi Airportman. (Andrea Rossi)