recensioni dischi
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DURAN DURAN  "Big thing"
   (1988 )

Un disco dei Duran, ovunque e comunque, era ancora materia da prima notizia al TG2. E una loro apparizione ad un programma televisivo poteva sempre smuovere orde di teenagers (magari intanto si erano già patentate). Ma l’attenzione non era più quella dei tempi d’oro, quando per una “Save a prayer” sussurrata in radio potevano scattare infarti adolescenziali. A questo si aggiungeva il pregiudizio di chi, questa roba, proprio non la voleva sentire neppure sotto tortura. Per cui, all’uscita di “Big thing”, l’accoglienza fu controversa: non ci si poteva più strappare i capelli per non sembrare ancora delle squinzie mai cresciute, ma ancora non si voleva guardare cosa ci fosse oltre il fard. “I don’t want your love”, anche nel video, cercava di far fronte alle nuove tendenze (e Simon urlava HOUSE, magari cercando di spacciarsi per uno dei Bomb The Bass), ma l’album restava fedele agli antichi dettami del pop anni ’80. Ma con gran classe: “All she wants is” è un muro di suono illustrato da uno dei video più belli dell’epoca, mentre le commoventi “Do you believe in shame” e “The edge of America” mostravano uno spessore che forse nessuno aveva loro riconosciuto. Era un eccellente album dei Duran, alla fine venne trattato come un normale album di una normale band. Forse, cose ben peggiori di Saaaaimon erano state accolte meglio. (Enrico Faggiano)