recensioni dischi
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DAVIDE MANCINI  "Madame Gerbelle"
   (2008 )

Una chitarra classica dall’immancabile delicatezza, una tromba in sordina e una voce pulita ed intensa: inizia così “Maria do Santos”, prima traccia del disco esordio di Davide Mancini, un cantautore dal curriculum eccellente, batterista d’origine e cantante per necessità. Un disco di sensazioni, amori e passioni, un quadro poetico e musicale dove immergersi ad occhi chiusi come in “Canzone per Troisi”, un omaggio al cinema e ai suoi miti, un tappeto di mandolino, chitarre e fisarmonica, quasi a dare corpo a personaggi e azioni dove la voce diventa una pellicola dalle sfumature pastello, che ti trascina con se in una biografia di una malinconica e romantica delicatezza. Un cantautore-viaggiatore a cui spetta il compito difficile di portare con se il fardello del mondo attuale, vedi “Tutto il problema del mondo è la vanità”, ma che, con eleganza, ironia e disillusione, sa donare colore e speranza come in “Illazioni di un clown”. Una visione d’artista sull’uomo e sul potere in “Non esiste”, una libera interpretazione di pieni e di vuoti, un manifesto curioso e gentile dove la ricercatezza di ritmi e influenze creano giochi di luci degni di nota, dove la tecnica con raffinata umiltà lascia spazio alla lettura poetica del presente. La cura ideale per una giornata di pioggia, dove la malinconia porta con se un sorriso, una carezza che sa di consapevolezza, un piccolo rifugio dove nascondersi e sentirsi protetti, dove sognare d’abiti e storie d’altri tempi, dove ritrovare le emozioni ormai inaridite dai vissuti, e tutto con un giro di tango: un disco a cui non mancano i colori, i sapori le immagini e gli sfondi, una colonna sonora da portare con se per un viaggio senza confini spazio o limiti tra sogno e realtà. Un esordio che d’esordio ha l’essenza ma che già dalle prime note sa d’autore, un viaggio intimo e profondo, una favola folk per un cantautore-cantastorie d’altri tempi. (Sara Bracco)