recensioni dischi
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C.C. CATCH  "Catch the hits"
   (2005 )

Ah, anche questa è una di quelle belle storie che arrivano dalla Germania. Lui è il solito Dieter Bohlen, che non contento dell'allucinante routine dei dischi targati Modern Talking (ne usciva uno al mese, o giù di lì) e altre produzioni varie, si accollò anche l'opera omnia di questa modella olandese, Caroline Muller: che per essere carina era carina, nei canoni degli eighties che volevano le fanciulle boccolose e con capigliature talmente laccate da giustificare, a breve, gli SOS riguardanti buchi nell'ozono, Pianeta Terra a rischio sparizione e cose del genere. Convinto che la democrazia fosse la soluzione a tutti i problemi, Dieterone nostro prese per mano la pulzella, e le spiegò pari pari come sarebbero andate le cose. "Vedi tesoro - le avrà detto - ora io ti scrivo 60 canzoncine, tutte rigorosamente uguali, che tu inciderai un po' alla volta. Ti chiamerai con uno pseudonimo che sceglierò io, ti muoverai come voglio io, e guai a te se oserai dire bah". La bionda venne ribattezzata C.C.Catch, e a lei vennero dati da cantare pezzi che non si sa nemmeno fino a che punto fossero scarti di quanto veniva dirottato sui Modern Talking, dato che un orecchio poco avvezzo a questi suoni poteva davvero pensare alla clonazione infinita. C'erano infatti gli stessi arrangiamenti, le stesse sonorità, spesso gli stessi testi, gli stessi falsetti, e a volte anche gli stessi titoli. "Vorrei vedere voi - poteva dire Bohlen - a dover incidere tutta 'sta roba: c'è chi offre qualità, io assicuro quantità"; a dire il vero, qualche piccola differenza stilistica ci poteva essere, con C.C.Catch più orientata verso la dance, forse esonerata da quei lenti zuccherosi che il povero Thomas Anders doveva accollarsi, ogni tre pezzi che gli facevano cantare. E una certa atmosfera, nelle varie "Strangers by night", "Heaven and hell", "Heartbreak hotel", "'Cause you are young", gliela si poteva riconoscere, così come fecero i mercati mitteleuropei tra il 1986 e il 1988. Che non storcevano il naso e le orecchie di fronte a questa versione femminile dei Modern Talking (sarebbe servita una "Cheri cheri boy" per chiudere il cerchio) e ne decretarono le fortune. Fino a quando la signorina osò chiedere un briciolo di libertà stilistica al suo Signore & Padrone: magari cambiare l'acconciatura, o permetterle di andare in bagno ogni tanto, figurarsi provare a mettere il becco nelle scelte stilistiche, o di poter scrivere - orrore! - qualche testo. Ne venne fuori il divorzio artistico, perfino una battaglia legale sul nickname, "C.C.Catch", che Bohlen avrebbe voluto riprendersi. Fatto sta che la fiaba ebbe grigio finale, e per la ragazza si dovette aspettare il revival di fine anni '90, con remix dei vecchi pezzi (guarda caso, proprio come era avvenuto ai Modern Talking) e nuove canzoni scritte, finalmente, da lei. Tanto che, sul suo sito, la discografia viene addirittura divisa: da un lato "le cose mie", dall'altro "quello che mi facevano fare". Il problema, però, era che quella produzione da lei poi schifata, "erano tutte uguali e con testi ridicoli", in qualche modo in classifica ci andava. C'è chi vende l'anima al diavolo, lei l'aveva venduta a Dieter Bohlen: poteva andare peggio. (Enrico Faggiano)