recensioni dischi
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MARLENE KUNTZ  "Senza peso"
   (2003 )

Forse il disco più bello, insieme al debuttante "Catartica", della lunga fila sfornata dai Marlene Kuntz in quasi quindici anni di onorata carriera, "Senza peso" risente anche del periodo di transizione dalla fase prettamente rock a quella più cantautorale del gruppo, prendendo il meglio da entrambe. Il suono è ormai inconfondibile e maturo: un rock puro e coinvolgente che lascia però sempre spazio ad una riflessione, quasi insoddisfatto. Le canzoni si dividono infatti in lente e malinconiche ballate e pezzi energetici ma carichi di inquietudine. La summa è probabilmente rappresentata dalla stupenda "A fior di pelle", un vero capolavoro di triste elettricità e potenza inerme. Ad aprire è la grintosa ed esplosiva "Sacrosanta verità", mentre la nostalgica e orecchiabile "Ci siamo amati" mostra tutta la capacità del gruppo di coniugare ritmi e sonorità distortamente rock con le limpide melodie della voce di Cristiano Godano. Lo stesso accade con "Notte", una ballata addolorata e melanconica. Nuovamente carica di energia è invece "L'uscita di scena", con un ritornello catartico che si insinua nella mente. "Danza" e "Schiele, lei, me" sono al contrario lente, leggere e sussurrate, quasi da ballo. Ancora commovente e dedicata alla ragazza prematuramente scomparsa è "Ricordo", prima della vorticosa e distorta "Con lubricità" e dell'ancor più profonda "Laura", dove il sussurro della strofa si trasforma nel ritornello in un grido amplificato dalla chitarra elettrica conclusiva. Combattiva e battente "Secondo chi vorrà", a cui segue la lenta e delicata "Fingendo la poesia", prima delle improvvisazioni e messaggi finali di "Scorre" e "Spora n°101". Un disco davvero interessante, in cui tutto è al posto giusto, da parte di una delle migliori rock band italiane ormai entrate nella storia. Cosa si potrebbe desiderare di più? (Federico Pozzoni)