recensioni dischi
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THE MATTHEW HERBERT BIG BAND   "There’s me and there’s you"
   (2008 )

Molti identificano Matthew Herbert con l’immagine standard del produttore elettronico, e non hanno mica torto: è difficile non riconoscergli in questo ambito un ruolo di importanza cruciale, fin dalla metà degli anni ’90, quando con gli alias Doctor Rockit, Wishmountain e poi direttamente col suo nome, ha pubblicato episodi memorabili in settori complementari come house, electro e techno. Ma forse già non era difficile riconoscergli anche una peculiarità stilistica fuori dalla media, ad esempio il suo concetto personale di campionamento: una pratica che Herbert applica non alla musica già scritta ma ai suoni ‘causali’ presenti nella vita quotidiana. Da qui la nascita di dischi dalla genesi assai originale: “Around The House” (1998), basato su registrazioni di rumori colti tra le mura domestiche, o “Bodily Functions” (2001), in cui la fonte sonora era il corpo umano; in entrambi svolge un ruolo decisivo la voce delicata di Dani Siciliano. Consolidata la sua reputazione in ambito minimal house, Herbert poi spiazza tutti quando, nel 2003, pubblica a nome Matthew Herbert Big Band “Goodbye Swingtime”. Si tratta proprio di musica per un’orchestra jazz di una ventina di elementi, che al primo ascolto lascia annichilito il fan dell’elettronica alle prese con un sound così ricco e composito, almeno fino a quando lo stile tipico del compositore non finisce con l’emergere comunque. Ora, il nuovo scintillante disco di Matthew Herbert è la più seducente, sofisticata e sovversiva collezione di canzoni di protesta mai registrate dal Nostro. Il lavoro è composto da una lussureggiante strumentazione jazz, da meravigliose voci soulful, da trovate ritmiche affascinanti e da un vero e proprio arsenale segreto di samples inimmaginabili. Realizzato con la collaborazione dei migliori musicisti Jazz inglesi, “There’s Me and There’s You” è stato principalmente registrato presso i londinesi Abbey Road Studios, sebbene molti dei suoni provengano da campionamenti e registrazioni effettuati in luoghi non tradizionali quali il Museo British ed il Parlamento. Retto su arrangiamenti ed improvvisazioni jazz, da testi dichiaratamente impegnati e da ricercatissimi rumori, l’album ha come tema dominante il potere ed il suo abuso nel corso del XXI secolo. La guerra in Iraq è uno degli argomenti più trattati. Ma sono presenti anche brani che parlano dell’approccio dei media, della monarchia, delle disuguaglianze sociali, della religione e delle torture. L’ipocrisia della classe politica e la corsa al consumismo sono altri due temi spesso ricorrenti nei brani dell’album. “There’s Me and There’s You” segna un nuovo capitolo nella carriera di Herbert. E’ la prima volta, infatti, che Matthew si affida alla voce della cantante Eska Mtungwazi, una delle più talentuose in ambito Soul/Jazz e già al lavoro in passato con Tony Allen e David Sylvian.