recensioni dischi
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SENSE OF AKASHA  "People do not know who rules"
   (2008 )

Non siamo alle solite, diciamolo pure, perché parliamo solamente del terzo lavoro o poco più per i Sense of Akasha, e perché la differenza si sente traccia dopo traccia e scorre portandosi con se' "quello stile". "Quello stile" che si padroneggia in questi sessantatre minuti accogliendoti sin dal primo ascolto, tra atmosfere post-rock di estrema raffinatezza e quell'elettronica dal giusto peso e dal giusto colore che non ruba la scena ma si desidera nelle delicate scelte campionate, nelle dichiarate sfumature folk, voci e distorsioni. Una formazione classica: due chitarre, basso e batteria a cui l'aggiunta di un violoncello dice la sua, tra le stemperate dissolvenze di "Rules" ed i registri multipli di "The subject himself", tanto incisi quanto meravigliosi. Si immortalano e si iconizzano le radiofoniche ouverture della title track "People do not know who rules", per poi lasciarsi andare nelle arpeggiate linee di "Option key" o nelle percussive intro di "Spin" a cui la raffinata scelta vocale alla Camera Obscura calza a pennello. Ci sono poi perle come "Can't remember", sussurrate, sognate, e le quinte di "Wish" con i suoi dodici minuti di pulviscola psichedelica bellezza. Una bellezza che si fa padrona di uno o più stili, ma che non cade nel tranello di ripetitivismi, una bellezza tangibile a cui un ennesimo ascolto evidenzierà certezze, tra accurati arrangiamenti, delicate particolarità ed emozioni a cui non possiamo già più far a meno. (Sara Bracco)