recensioni dischi
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BUGO  "Contatti"
   (2008 )

Vero nome Cristian Bugatti, nato nel 1973 a San Martino di Trecate tra le risaie del novarese. Durante il servizio militare impara a suonare al chitarra e scrive le prime canzoni. Comincia a fare qualche concerto con un gruppo da lui fondato ma presto decide di esibirsi da solo. Entra in contatto con la scena milanese e nel 2002 firma per Universal. Gli esordi discografici sono caratterizzati da un sound grezzo e ruvido accompagnato da testi il più delle volte surreali ma anche romantici e malinconici. Cantautore genuino e sottile, Bugo nel corso degli anni ha sperimentato diverse forme di scrittura che lo hanno portato a definire uno stile immediato ed essenziale, come testimoniato da questo nuovo album "Contatti" in cui Bugo rinnova il suo antico amore per la musica elettronica. Ci sono giorni storti e giorni dritti. Un disco di Bugo serve in entrambi, per movimentarli a dovere. Dopo aver illustrato il lato lo-fi del vivere, aver vagato tra pop, rock, la famigerata autorialità italiana e le angosce esistenziali contemporanee, Cristan Bugatti riprende le fila della forma-canzone. È la canzone, infatti, ciò che sta dietro – e pure dentro – ''Contatti''. Non quella a cui siamo abituati, accomodata e accomodante; piuttosto, la scoperta di quante cose si possano fare con un oggetto del genere. Basta avere curiosità, senso dell’avventura, temeraria incoscienza: tutte doti che il Bugatti possiede, in quantità generosa. Se ''Sguardo contemporaneo'' si dava in qualche modo al canone, ai suoni più ruvidi e classici, qui il lavoro è compiuto a mano libera, si apre orizzonti inediti senza smettere di essere riconoscibile. La produzione artistica di Stefano Fontana (dj, produttore, celebre e celebrato per il progetto Stylophonic) ha rimescolato i ruoli degli strumenti. Chitarra, basso e batteria ci sono, ma in mezzo spiffera qualsiasi rumore e qualsiasi ritmo: non si tratta di semplici campionamenti, ma di un soffio vitale che riempie i brani. Così, dall’avvio fulmineo di ''Posso entrare'', un inno post-hippy che arriva fino a noi, come un fantasma, si viene scagliati nell’inferno danzante di ''C’è crisi'', momento di festa e di scongiuro: dappertutto c’è crisi, oppure semplicemente… fa niente. Spensierato ma non troppo, Bugo affronta l’alienazione dal giro giusto come fosse un party a cui non si è stati invitati, il mito dell’uomo ''Primitivo'' inserendolo in un tessuto sonoro di electro-R&B contemporaneo. La ''Love Boat'' di televisiva memoria, intanto, affonda, carica delle delusioni che l’amore si trascina dietro, mentre ''Le buone maniere ''non si riescono proprio a insegnare, almeno non a chi reinventa la disco dei Settanta e il rap di oggi per farne il proprio luna park privato. Non manca il surreale del quotidiano: la ribellione de ''La mano mia'' la descrive senza compiacimenti, mentre ''La Felicità'' resta insondabile, sommersa da riverberi e rintocchi retroattivi. ''Balliamo un altro mese'' è un po’ il ballo dell’impiccato, fatto di mese in mese, nonostante mutui, cambiali e ferite assortite. Lo spazio pacificato di ''Sesto senso'', invece, mostra un Bugo capace di una grande e diretta love song: anche qui, non si rinuncia all'intrusione di ritmiche e lampi sonori, ma tutto si liquefa in poesia. Assieme a Bugo ci sono alcuni amici fidati: Aldo Nove, che ha scritto con Cristian ''Balliamo un altro mese'', oltre ai musicisti Evandro Cesar Dos Reis dell'Orchestra di Piazza Vittorio e Abdoullai Kader Traoré dell'Orchestra di Via Padova, il fido Ruben Gardella alla batteria, Roberto Baldi alle tastiere, Beatrice Antolini al piano, Elisabetta e Zenima alle voci. Il disco è stato registrato e mixato a Milano, al Waveforms Studio, e masterizzato allo Sterling Sound Studio di New York. ''Contatti'' è l'anima curiosa di uno degli artisti pop meno definibili degli ultimi dieci anni. La sua vera storia è appena cominciata.