recensioni dischi
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GREENHOUSE EFFECT  "Al mio risveglio"
   (2008 )

Articolate danze dall'amato gusto progressive, che intraprendono e imbrigliano i pulviscoli dell'ouverture (''Male in quanto tale'') tra sinuose code di chitarre e modulari ondularitą elettriche, che diligentemente coronano cut-up per poi farti innamorare di delicate trame a due di voce. Un amore al primo ascolto, dai "Colori accesi" in riff e batteria, che trascinano con sč atmosfere tanto noir quanto evanescenti, una resa dei conti che paga il pegno con i testuali rimpianti, immortalando personali fluiditą ambient e riuscite tempeste post-rock senza comunque perdere la speranza (''Castore vs. Polluce''), una speranza che annienta senza mezze misure con un impeccabile padronanza che va oltre "il genere". Stile tanto mutevole quanto sopraffino, che tra le concretezze elettroacustiche di "Avenue" si fa spazio forgiando ragionate estemporanee psichedelie, per poi trarre conclusioni tra le mutevoli personalitą noise di una "Parigi" tanto aggressiva quanto eclettica. Mastica alternative-personali "Il risveglio": un rifugio, che non paga il prezzo con i suoi 11:42 minuti, ma urla sonante e vibrante espressivitą. Una forgiata maturitą per il progetto Greenhouse Effect, uscito per I dischi del MInollo; una maturitą che imbriglia tensioni emotive, a tratti latenti, a tratti fervide, senza mai cadere in facili motti dichiarati, a confermare che la differenza si puņ fare e, in questo caso, diciamolo a gran voce, č tutta italiana. Complimenti! (Sara Bracco)