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METHEL & LORD  "Steps of a long run"
   (2008 )

I Methel & Lord sono considerati fra le band emergenti più stimolanti dell’indie rock italiano. Il gruppo nasce negli scantinati della Casa dello Studente dell’università “La Sapienza” di Roma, dove Gianmarco Carlucci, in arte “Lord”, incontra Sergio Erasmo Ferrari (“Methel”). Insieme dal 2000, si aggiudicano l’edizione 2001 del festival “Enzimi” e il loro primo album, “Pai Nai”, vince la targa per il “Miglior album d’esordio 2004” al M.E.I e la targa “PIMI 2004 – Migliore Band Italiana”. Quattro anni più tardi, ecco: “STEPS OF A LONG RUN” (Point of view records / Halidon Distribuzione). Otto tracce di un lungo percorso musicale, che spazia dal jazz al folk, dall’elettronica al funk. Forse più di tutti è proprio l’elettronica a far vivere questo album di luce propria, con loop ossessivi che ricordano il big beat di Fatboy Slim e tappeti sonori da far invidia a Brian Eno. Ma c’è anche il Bowie dei bei tempi andati, nella soffice ballad “Washed Untrue” (che conta una ventina di elementi nell’orchestra), per non parlare delle suggestioni psichedeliche di “Pizza, mafia & mandolino” o il jazz di: “Dear Tony” (forse dedicato al sax di Formichella, che suona nel pezzo?). Il tutto a concludersi con l’affascinante “Grandfather”, cantato metaforico sostenuto da variazioni musicali incredibili che spaziano da Hendrix al finale vivaldiano (ricordandomi peraltro il miglior Battiato di: “Voglio vederti danzare”). I Methel & Lord si rifanno al grottesco per descrivere il proprio lavoro: “Il dramma e lo sberleffo, l’allarme e il grottesco dei Methel & Lord nuovamente tra noi in un disco fatto per durare a lungo!”. E se è vero che “Il grottesco è una espressione ironica irrisolvibile, un ibrido che combina il ridicolo con l’orripilante” e che “abbraccia valori disforici: lo spregevole, il ridicolo e l’orripilante. Questo di solito viene espresso da due reazioni emotive al grottesco che sono contraddittorie: l’impulso a ridere e il senso di angoscia” (Esti Sheinberg, “Irony, Satire, Parody and the Grotesque in the Music of Shostakovich”, Ashgate Publishing Ltd, Aldershot UK 2000), allora è altrettanto vero che questo disco vi è piaciuto. Ma tanto, fino a non farvi dormire la notte. (Vittorio Tovoli)