recensioni dischi
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PIPPO POLLINA  "Fra due isole"
   (2009 )

Ogni volta che si parla o si scrive di Pippo Pollina, bene o male si arriva sempre lì: cioè al fatto che uno dei più importanti cantautori italiani (per livello artistico ma anche per successo di pubblico) sia largamente più noto ed apprezzato all'estero piuttosto che in patria. Sul perché di questo strano accadimento tanti hanno scritto e raccontato, ma forse non c'è molto da dire: semplicemente in Italia ora si fornisce facilmente una vetrina a chi proviene da reality televisivi, ma spesso non si presta attenzione alle vere perle che la nostra musica produce. Capita così che il suddetto Pollina arrivi con il disco in questione a festeggiare i propri primi 25 anni di carriera (e 21 dischi prodotti), costellati da splendidi brani ed anche diversi successi (quasi tutti all'estero, come detto), e che allo stesso tempo la massaia di Faenza, così come il ragioniere di Treviglio, ignorino bellamente chi sia questo tale Pippo. Storie italiane, insomma, niente di nuovo e, in fondo, niente di clamoroso, se non fosse che la caratura musicale e testuale di Pollina sia all'altezza dei più grandi, da Fossati a De Andrè oppure, valicando i patri lidi, da Brel a Dylan. Non stiamo esagerando. Se non sapete chi diavolo sia, questo cantautore palermitano, e non credete ad una riga di ciò che avete letto, procuratevi questo magnifico live orchestrale (con oltre 70 elementi al lavoro), e ricredetevi. Non potrete non farlo, ascoltando lo splendido crescendo del bolero "Canzone sesta" (tratta dal capolavoro "Ultimo volo - Orazione civile per Ustica"), oppure lasciandovi ammaliare dalla splendida scrittura di "Due di due", o infine scatenandovi sulle note dell'apparentemente scanzonata “Il cameriere del Principato”. Venticinque anni, mica bazzeccole. Quanto tempo sprecato, senza che la vostra vita non fosse cambiata dalle canzoni di Pippo Pollina. (Andrea Rossi)