recensioni dischi
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GUIDO MARIA GRILLO  "Guido Maria Grillo"
   (2010 )

Il debutto di questo cantautore salernitano, da qualche anno residente ed attivo a Parma anche nell’attività teatrale, è un disco a tema, come i concept album di un tempo. Schizzi leggeri intorno ad una malattia, quell’alterazione imprevista e spiazzante, fulminante e terribile, che si credeva fino ad un attimo prima una immobile normalità, e che ora rivela la sua fragilità. E davanti ad essa non può esistere pudore, nessuna vergogna, solo la voglia di urlare o di sussurrare, di restare al buio o di accendere insieme tutte le luci, di sbattere i pugni sul tavolo o di lasciarsi cadere, di accartocciare lettere o di scriverne nuove. Nel disco di Guido Maria Grillo tutto ciò accade. Un cantautorato poco tradizionale, d’atmosfera ma fisico insieme, dolce e nervoso, scuro e abbagliante, pacato e violento, a tratti spiazzante come i cambi di tonalità che lo caratterizzano, come gli interventi ritmici dai suoni profondi, gravi, possenti. Dedicato a chi ama Antony and the Johnsons, Fabrizio De Andrè, Jeff Buckley, Lhasa, Tom Waits, l’elettronica minimale.