recensioni dischi
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LINKIN PARK  "A thousand suns"
   (2010 )

Dopo anni di gloriosa carriera e dopo l’ultimo album in studio (''Minutes To Midnight'') semplicemente da brividi, i Linkin Park sono pronti a mettersi in gioco con un nuovo lavoro. Nel settembre 2010 esce quindi “A Thousand Suns”, attesissimo dai fan e pronto a stupire come erano stati capaci gli album precedenti. Chiunque si sarebbe aspettato energia allo stato puro, riff graffianti e la solita voce scream di Chester Bannington che lascia senza fiato. Per fortuna o sfortuna, a seconda dei punti di vista, niente di tutto ciò si trova nel nuovo lavoro. Già guardando la confezione del cd ci troviamo di fronte a più di una traccia inusuale, da circa 57 secondi, o addirittura 18. Tracce comprensibili nel complesso, tenendo conto che la volontà è stata quella di creare un concept album , cioè un susseguirsi di suoni e significati nei testi in modo da creare un album intero con un filo conduttore tra le tracce e un senso logico generale. Come citato sopra, la presenza di tracce puramente strumentali o parlate, rende l’ascolto sicuramente più omogeneo come deve essere in un album del genere, e comunque, in fin dei conti, la buona musica e le melodie capaci di fissarsi in mente tipiche dei Linkin Park non mancano, ma tracce di questo album, in quanto a energia, non sono neanche lontanamente comparabili a canzoni come “Given Up”, “Somewhere I Belong” o “One Step Closer”. Di nuovo, la melodia, i testi percussivi e le caratteristiche importanti per un album non mancano assolutamente, ma lo stile prettamente nu-metal degli album precedenti, con chitarre distorte, è stato momentaneamente messo da parte in favore di parti elettroniche preponderanti. A tutti gli interessati, ascolto fortemente consigliato di “Burning In The Skies”, “Robot Boy”, “Waiting For The End” e “The Catalyst”, ma ovviamente anche di tutto l’album, che in fin dei conti resta comunque un’impresa di buona musica ben riuscita. Dopo l’ascolto dell’album si potrebbero avere due tipi di reazione, senza via di mezzo: o viene apprezzato o viene odiato. In entrambi i casi c’è però da tener conto che questa band è stata capace di mettersi in gioco, soprattutto in un periodo come questo, rimettendoci sicuramente qualche zero nei numeri delle vendite e creando immediatamente una nuova ossessiva curiosità per quello che sarà un nuovo album. (Stefano Mavero)