recensioni dischi
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KAMELOT  "Poetry for the poisoned"
   (2010 )

I Kamelot sono un gruppo power/progressive metal statunitense di Tampa, Florida, luogo dal quale forse mai ci aspetteremmo un gruppo progressive. Sono una band longeva, fondata nel 1991, che nel 2010 pubblica niente meno che il decimo album in studio. Nel corso degli anni ai membri statunitensi si sono aggiunti membri norvegesi e tedeschi, e ascoltando l’album queste influenze si fanno davvero sentire. “Poetry For The Poisoned” è un album veramente particolare, con sound tipicamente power metal, come chitarre graffianti, velocissime e ritmi ossessivi, ma anche parti melodiche non trascurabili, soprattutto dal punto di vista vocale. Quest’ultima uscita discografica si presenta fin da subito come un album molto strumentale, con passaggi chiaramente progressive. I primi brani dell’album, “The Great Pandemonium”, “If Tomorrow Came” e “The Zodiac” colpiscono immediatamente, mostrando parti vocali e vocalizzazioni di gran livello, mantenendo comunque caratteristiche tipiche del metal duro e puro. Il lavoro procede fino a “Hunter’s Season” senza dare segno di cedimento con un’uniformità impressionante. Arrivati a “House on a Hill” ci troviamo di fronte a una ballata fantastica che crea una sorta di boa, passata la quale ci accingiamo a concludere in pompa magna l’ascolto, con altri tre brani prima di un finale incredibile, diviso in quattro tracce che formano una vera e propria suite. In chiusura vera e propria troviamo “Once Upon a Time”, brano che ci riporta sulla cresta dell’onda, similmente ai primi brani. In varie edizioni limitate troviamo anche ulteriori brani bonus, che in effetti al fine dell’uniformità dell’album creano solo fastidio. Anche da un solo ascolto si può comprendere la professionalità e la bravura tecnica degli artisti, che ogni tanto stanca anche, mettendoci di fronte a parti musicali solamente tecniche e virtuosistiche. Dopotutto però non si può ribattere nulla, anche perché l’ascoltatore si trova di fronte a un album veramente uniforme e ben strutturato, di non difficile ascolto e di melodie singolari. Consigliato a tutti, soprattutto a coloro che vedono il “metal” come genere di difficile ascolto o difficile interpretazione; con una buona dose di volontà e questo album, molte persone potrebbero cambiare radicalmente idea. (Stefano Mavero)