recensioni dischi
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CESARE BASILE  "Sette pietre per tenere il diavolo a bada"
   (2011 )

Esce la nuova e attesa prova solista di Cesare Basile, dal titolo “Sette pietre per tenere il diavolo a bada”, per la seconda volta con Urtovox. Inutile dilungarsi sulle collaborazioni e sulle influenze del passato: sarebbero fin troppi i nomi di riguardo a trecentosessanta gradi. Basti dire che per quest’ultimo lavoro sono presenti, oltre alla band di fiducia dell’artista, Lorenzo Corti, chitarrista di Cristina Donà, Enrico Gabrielli e Rodrigo D’Erasmo (ex Afterhours). Queste nuove canzoni sono state registrate in tempi lontani e posti diversi (fino a Skopje, con l’orchestra della radio nazionale macedone, arrangiata da John Bonnar dei Dead Can Dance), e, come afferma lo stesso Cesare Basile, il risultato è stato un disco incredibilmente unitario e concreto, che parla di terra, la Sicilia soprattutto, di coscienza sognatrice e civile, di amore e di morte, di ritrovamenti interiori e di pietre, appunto. L’attacco ipnotico di “L’ordine del sorvegliante”, la visionaria e leggera “Il sogno della vipera”, i fiati, i cori, le stridenti “Strofe della guaritrice”, i miraggi solari del dialetto siciliano in “E alavò”, il rifacimento orchestrale di un brano di Jezek, il fango di percussioni di “Sette spade”, il pianto del violino in “Lo scroccone di Cioran”, le distorsioni oblique di chitarra miste ai cori popolari della splendida “La Sicilia havi un patruni”, e poi la ballata finale “Questa notte l’amore a Catania”: tutto questo in un’uscita più prossima e attesa che mai e veramente capace di sorprendere. (Federico Pozzoni)