recensioni dischi
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STARFRAMES  "Ethereal underground"
   (2011 )

Dopo un esordio discografico difficoltoso, a causa di battibecchi legali per i diritti del disco “Street politics”, la band napoletana ritrova nuovamente il successo col secondo lavoro, “Ethereal underground”, dove mostra chiaramente un’attitudine internazionale con forti richiami d’oltremanica. La vena psichedelica è infatti accompagnata da suoni garage e sporcata in stile propriamente “underground”, in modo da galleggiare impassibile a metà tra gli Who e gli Oasis. Il singolo “Broody soldier” esprime tuttavia un’inclinazione più indie-rock moderna e decelerata, mentre le tastiere aperte di “Origin” e “What I was made for” riecheggiano tranquilli movimenti da Coldplay, spesso sostenuti da una chitarra avvolgente (vedi “Cielo drive”). I risultati migliori si ottengono però con le variazioni elettrificate e l’organetto anni Sessanta di “It moves like the world spins around”, ma soprattutto con la stupenda ballata acustica “Dance on the Greenwich Meridian”, dalle influenze quasi etniche. Mai titolo fu più azzeccato per un album che si percepisce etereo e suburbano nello stesso tempo. (Federico Pozzoni)