recensioni dischi
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ANARCORD  "Riviera"
   (2010 )

L’elettronica è un campo difficile per chi vuole cimentarsi con le nuove tecnologie musicali senza risultare noioso, pesante, stucchevole, inascoltabile se non sotto l’effetto di sostanze stupefacenti... a volte inascoltabile perfino sotto l’effetto di sostanze stupefacenti... Gli Anarcord ci provano partendo da un electrofunk a metà tra Daft Punk e Prodigy (esempi in “Killer (I can change)”, “Tora 2” e “The choice”) fino a spingersi ai limiti della techno-house industriale (vedi “Soundsc(h)ool”, “Electrical machinery” e “Bizarre”), con testi in italiano, inglese e francese. Il concept attorno a cui ruota l’album è infatti l’episodio dello scoppio della prima guerra mondiale, ovvero l’attentato all’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d’Austria, compiuto a Sarajevo il 28 giugno 1914. Il tutto è narrato dal punto di vista di un giovane parigino in vacanza a Bordighera, che deciderà di arruolarsi nell’aviazione francese andando incontro alla sua fine. Per lo scrivente resta un genere troppo estremo, soprattutto quando le linee melodiche si intensificano troppo (“Entertainment”) e il campionamento sconvolge anche la voce (“Show (The)”, “Lamb vs Wolf”, “The aviostar”). Rimane comunque un lavoro ben fatto e pieno di spunti ottimi, ma alla lunga un po’ stancante per chi cerca di avvicinarsi a questo scosceso mondo sonoro. (Federico Pozzoni)