recensioni dischi
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ORANGE LEM  "David is a narcoleptic man"
   (2010 )

I pesaresi Orange Lem giungono all’album d’esordio dopo ben tre E.p. e una carriera che inizia nel 2005. Tutte le loro canzoni sembrano omaggi a “grandi” (registi, musicisti, artisti), rigorosamente citati in maniera continua e quasi sempre esplicita, a partire dal titolo del disco stesso che è dedicato a David Lynch. A livello tecnico, il gruppo prende molto in prestito da Belle And Sebastian, in uno stile chiaramente indirizzato sull’indie-pop, talvolta con riflessi elettronici (vedi “Jackie Kennedy” e gli echi lontani di “The house of sleep”, uno dei miei preferiti). L’atmosfera lenta e sognante pervade tutto il disco, sebbene i ritmi più incisivi si registrino quando ci si discosta un po’ dalla monotonia vocale di partenza (es. “The murmur of a distant book”). “Hvalba”, “My orange shelf” e “Geometric woman” vengono a dare un po’ più di movimento, spingendosi verso il pop-rock britannico con ottimi risultati. L’impressione finale resta quella di un suono curato in maniera notevole ma dai toni ancora troppo inquadrati, forse intimoriti dai riferimenti così importanti a cui ammiccano. (Federico Pozzoni)