recensioni dischi
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PRIMO & SQUARTA  "Qui è selvaggio"
   (2011 )

Anche chi non conosce molto la scena hip-hop italiana si rende subito conto che Roma ne è il maggior cuore pulsante, un... ''Cor Veleno'', in questo caso. Sarà per la calata rozza, famosa già dai tempi di Gioacchino Belli, o per il cattivo linguaggio di strada, fatto sta che “Qui è selvaggio” rende perfettamente l'idea di quello che è il terzo album di Primo & Squarta, membri dei romani Cor Veleno appunto. Quindici canzoni spaccone, incazzate, non prive delle manie di protagonismo e persecuzione tipiche degli Mcs, e che vedono la collaborazione di artisti storici (Masito di Colle der Fomento, Tormento e Grandi Numeri degli stessi Cor Veleno) ed emergenti del campo (Ghemon e Canesecco). Più che attacchi contro la società vi si trovano rigetti volgari, con riferimenti alla cronaca attuale come la triste vicenda di Stefano Cucchi in “Cantano tutti”, o sfoghi privati che acquisiscono valenza collettiva e provocatoria. Non mancano le basi semi-orientaleggianti di “Il padrone & il presidente”, che in generale prendono pieghe più tese (vedi “La gente dice” e “Volgare”, tra i pezzi migliori di tutto l'album) e coprono un intero spettro di sonorità rubate e rattoppate (da quelle latine di “Macumba santa” fino all'organetto blues di “In nome del padre” e al flauto traverso di “La pietra dello scandalo”). Nonostante le apparenze cafone, i testi si inquadrano in un contesto preciso e visibile, d'impatto frontale, e si inseriscono in un'atmosfera fisica, creata ad arte da toni animaleschi e pesanti. E' selvaggio, eccome se è selvaggio. (Federico Pozzoni)