recensioni dischi
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BANCALE  "Frontiera"
   (2011 )

Avete mai visto un palco con delle lamiere di metallo e una carriola giusto a fianco della piccola mela-marchio del compianto Steve Jobs? Ecco appunto, i Bancale uniscono graffi di attrezzi da lavoro direttamente con interventi a computer sulla texture sonora, fondamentalmente un blues etereo e nebuloso incalzato da ritmiche che si potrebbero definire quasi artigianali; protoindustriali. Il risultato è un suono sospeso, che naviga a metà tra lo spazio e il tempo all'interno di un pianeta stagnante e paludoso. I riferimenti vanno inevitabilmente ai contemporanei Bachi da Pietra e Massimo Volume, oltre alla presenza di un componente degli Infarto, Scheisse!, ma la personalità del trio bergamasco va ben oltre il semplice scimmiottamento. In realtà bastano i titoli dei pezzi migliori a parlare per le atmosfere che suscitano: ''Lago del tempo'', velata marcetta che sembra procedere lenta lungo un fiume fangoso, gli sconquassamenti sonori di ''Megattera'' e ''Corpo'', con sottofondi da officina, oppure il blues incrostato di ''Catrame''. La curiosità della voce, a metà tra cantilena e sussurro fumoso, emerge subito in ''Randagio'' e tocca il picco nella vorticosa ''Calolzio''. Altri due possibili singoli (il primo effettivo) sono ''Frontiera'' e ''Cavalli'', che accolgono frastuoni di chitarra e batteria più tendenti al noise-ambient. Chiude infine la leggerissima ballata ''Suonatore cielo'', ciliegina sulla torta di un esordio full-lenght davvero degno di nota. (Federico Pozzoni)