recensioni dischi
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MIRKO COLOMBARI  "Bok"
   (2013 )

"...Volevo un album vero "come il pane fatto in casa", senza troppi artifizi tecnologici, niente elettronica e programmazione; non volevamo un album solo per musicisti, quindi abbiamo fatto delle scelte, pochi assoli di chitarra, anche se io essendo un chitarrista li adoro, pochi cori a più voci, che avrebbero portato l'album a dimensioni diverse, pochi virtuosismi drum e bass, hammond e tastiere semplici. In sostanza abbiamo voluto fotografare quello che io ero in quel momento, cioè un chitarrista acustico e cantautore; da lì abbiamo allargato il progetto...". E' uscito "Bok", disco d'esordio del reggiano Mirko Colombari: il termine ''bok'' indica sia il nome di una nebulosa prestellare sia, in dialetto reggiano, i rovi. E, come dalla nebulosa nascono le stelle, da questo disco viene emessa una luce particolare, con brani dal sound ruvido e pungente, come appunto i rovi. E "Bok" è proprio questo: brani cantautorali classici e sound english folk/rock anni '60/'70, testi che parlano di viaggi (“Covent Garden”, “Due Passi”), amore senza regole (“Amore Vs Anarchia”), motori (“Desmo Boys”), serate alcoliche e paesaggi aperti (“Canazei”); c'e anche qualche riferimento/critica sottesa alla società e alla politica (“Vivo”). Le canzoni cercano di rappresentare le problematiche e il vissuto quotidiano, non hanno la pretesa di essere impegnate ma vogliono essere "vere", reali, vicine al sentire di chi le ascolta. L'intero lavoro rispecchia in pieno il carattere dell'autore: semplice, diretto, genuino, solare ma intenso. Mirko Colombari non si nasconde dietro intellettualismi o artifizi concettuali, ma cerca di apparire esattamente per quello che è. I brani sono composti da Mirko Colombari che cura anche, insieme a Giordano Gambogi, ma, una volta deciso il sound, i musicisti sono stati lasciati liberi come un vero e proprio lavoro da band. Hanno partecipato musicisti già rinomati sulla scena italiana: Diego Scaffidi, Gianluca Tagliavini, Giordano Gambogi, Alessandro Fajeti, Andrea Cusato, Giovanni Marani, mixato da Lucio Boiardi.