recensioni dischi
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CARLO CONTI TRIO FEAT. GEORGE GARZONE  "Restrizioni ingiustificate"
   (2013 )

Il rodatissimo trio romano di Carlo Conti passa dai palchi alla sala di registrazione in grande stile, scegliendo come ospite d'eccezione non un musicista qualunque ma uno dei più grandi sassofonisti al mondo: George Garzone. Tendere l'orecchio. Sincronizzare legamenti, fiato e anima. E poi assoluta libertà. Guardarsi indietro solo per prendere aria e respirare l'esperienza che lo ha portato fin qui. Per ora. E la ricerca dell'armonia è ciò che risalta dirompente in ''Restrizioni Ingiustificate'', frutto di anni di studio che dai banchi di scuola, attraverso palchi italiani e internazionali, hanno portato Carlo Conti fino all'incontro con il tocco maturo e misurato di una pietra miliare del jazz, George Garzone. Oltre ''Restrizioni Ingiutificate'', dunque, con 9 diversi modi di concatenare emozioni e almeno il doppio per sovrapporle e incanalarle in un frizzante dialogo fatto di reciproca identificazione, scoperta e ascolto. Un disco rigorosamente ''pianoless'', che riesce innanzitutto ad esaltare la duplice natura del sax di Conti, un sound diventato ormai inconfondibile: pura intimità da un lato, sfrenata esuberanza dall'altro. A legare tutto il lavoro è la title track: si fa riferimento al filo conduttore dello studio geometrico-matematico dell'armonia che il sassofonista porta avanti da anni e che qui viene espresso esplicitamente proprio dalla tessitura armonica. Dalla prima nota, dunque, torna poi in punta di piedi negli assolo degli altri brani e diventa più concreto e significativo con la presenza e lo spessore di Garzone dal cui approccio trae naturalmente ispirazione questo modo di concepire la musica. Così come lui e gran parte dei musicisti attuali attingono a piene mani dal genio di Coltrane. La libertà armonica diventa più che una parola d'ordine. Il suono scarno e semplice degli assolo in trio possono prendere strade inaspettate e tortuose ma fondamentali per esprimere al meglio questa concezione trasversale di musica. E George Garzone, nei suoi preziosi interventi, non può che assecondare questa ricerca di senso, tra le irruenze e le delicate alchimie di cui è intriso il suo sound. Anche il numero dei musicisti dell'ensemble sembra essere una restrizione. E allora il trio che nasce dalla lunga collaborazione tra Conti, il contrabbassista Vincenzo Florio e il batterista Armando Sciommeri, può allargarsi e diventare quartetto con la maestria del grande Garzone e diventare un altro trio, poi, con il coinvolgente contributo del batterista Marco Valeri. Le composizioni originali firmate da Carlo Conti spaziano dalle sonorità coltraniane del periodo modale ("Cassandra") ai suoni funk più moderni ("Moscione") e prendono ispirazione dal periodo anni 60' dei gruppi pianoless di Elvin Jones ("Forza Centripeta"). L'unico brano non originale è un grande classico, "I Can't Get Started" (Ira Gershwin e Vernon Duke) con cui il sassofonista fa intravedere un sottile filo, quello inscindibile, che lega la voglia di osare con la tradizione. Occasione per armarsi di flauto traverso e darne una personalissima rilettura.