recensioni dischi
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GRONGE  "Cremone gigante per soli adulti"
   (2013 )

I Gronge si formano nel 1985 dando vita a quello che loro stessi, nel corso del tempo, definivano un collettivo, con performances che non si limitavano ad una idea strettamente canonica tipo “la mia band suona il rock”, affrontando tematiche musical concettuali. Capostipite (assieme ai Franti) dell’autoproduzione in Italia, i Gronge esportano per la prima volta il nome di una band sconosciuta ovunque (dalla Sicilia a Berlino), utilizzando esclusivamente i propri mezzi (economicamente inesistenti), cabine telefoniche e ciclostile. La band partorisce così nell’arco di una decina d’anni centinaia di esibizioni live, producendo 6 vinili e un cd che col titolo di “Tecnopunkabaret” finiva per diventare capostipite di un vero e proprio genere art-noise-punk-electro-rock campionato (capostipiti anche nell’utilizzo del campionamento in Italia) che unitamente ad una vena teatral grottesca ispirava svariati gruppi (ad esempio gli Zu) che nella seconda metà degli 80 e nei primi 90 si andavano formando in ogni remota provincia dell’impero. Questo per quello che riguarda il collettivo-Gronge, a cui parteciparono naturalmente decine di musici attori improvvisati e non, video maker (almeno 3 clip di culto in un periodo in cui nessuno avrebbe potuto immaginare l’importanza che il videoclip avrebbe avuto), poeti e varie tipologie di personaggi. A questo si aggiungono intuizioni importantissime di lettura del non letto, come la prima (e poi riaggiornata altre due volte) versione di ''Graffiti'', col testo rubato alla strada, e di utilizzo di costumi di scena fatti con materiali riciclati (quando ancora non esisteva la parola “ecologia”). Come nelle peggiori favole, ad un certo punto il signor Marcho Bedini (cofondatore del branco) esce dal gruppo ma si rende conto subito di non essere Jack Frusciante, e dopo varie esperienze dai nomi più disparati (tra cui gli ottimi PVC coi quali produce un cd dal titolo di ''Elettrodomestico'') si ritrova di fronte all’amletico cranio senza possedere più gli stessi capelli, e con al fianco la oramai consolidata presenza di Mau Suonomono Bozzao decide di riprendere il nome mitico. Tra le altre innumerevoli cose i Gronge hanno condiviso il palco con Jello Biafra al Forte Prenestino di Roma, occupato una copertina del Mucchio Selvaggio, e decretato la fine del programma “Stereonotte” con una performance indimenticabile negli studi radiofonici della Rai. Oggi i Gronge sono: Marcho Gronge alla voce, Mau Suonomono Bozzao all’elettronica, Federico Leo alla batteria e Giacomo Ancillotto alla chitarra. Nel 1989 i Gronge avevano lanciato un boomerang da Roma, che ritorna ora, dopo 24 anni, dal Giappone. “Cremone gigante per soli adulti”, album mai edito (registrato appunto nel 1989), viene pubblicato ora dall’etichetta giapponese “On Records”. Il lavoro non vide mai la luce per problemi legati alla distribuzione e alle continue nuove produzioni da parte del gruppo. Ora, ''Cremone Gigante per Soli Adulti'' è un doppio cd di inediti, più un DVD live al Teatro Comunale di Latina del 17 Aprile 1992. Non è quindi un album di vecchie canzoni riesumate e tirate a lucido, ma è un album che parla dell'underground di inizio anni '90, ad un orecchio anni '10. Racconta Max Costa (sound engineer dei Gronge per 10 anni… e oltre): "Il ''Cremone'' nasce nel 1989. Come al solito i Gronge, mentre incidono un vinile, hanno già in mente i due successivi e, anche per mancanza di una immediata distribuzione, il progetto viene accantonato per far posto a ''Claudio Villa'', precedentemente registrato e bloccato per problemi editoriali, a ''Karen B'' e ''Teknopunkabaret''. In quegli anni con i Gronge e anche con gli altri si missa a quattro, sei e a volte dodici mani (project save & recall verrà molto dopo). Ognuno si occupa di una piccola parte del missaggio memorizzandola e ripetendola decine di volte fino alla perfetta sincronia. I mix divengono così pezzi unici e irripetibili, grazie anche al vino che scorre a fiumi cancellando inesorabilmente le nostre memorie analogiche. I masterizzatori non esistono ancora e i pochi DAT disponibili hanno prezzi astronomici, il MIX si fa quindi su nastro analogico che con il tempo inizia a deteriorarsi perdendo la limpidezza iniziale del suono. Il nastro definitivo del "Cremone" finisce in un cassetto di Sandro Denni che poi lascerà i Gronge trasferendosi al nord. Di quel cassetto e del suo contenuto penso si siano perse le tracce. Nel 2005 Marco mi chiede notizie del "Cremone". Da una copia di sicurezza fatta sulle tracce audio di un VHS HiFi e con non poca difficoltà, grazie ad amici collezionisti di vecchi cimeli analogici, trovo un videoregistratore ancora funzionante che permette il trasferimento su supporto digitale per il successivo mastering, il resto è storia recente".