recensioni dischi
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SIMPLE MINDS  "5x5 live"
   (2012 )

Qualcuno, lo scorso anno, l’avrebbe potuta prendere come una di quelle semplici operazioni-nostalgia che tanto vanno di moda (lo scrivente, tempo fa, si ritrovò ad una convention con Gazebo, Sandy Marton, i Righeira et cetera), ma tanto sciocca non lo doveva essere se poi, ad esempio, i Litfiba tornati insieme qualcosa di molto simile lo hanno fatto. Tradotto: dato che le cose nuove che facciamo interessano a pochi, se andiamo in tour a cantarle magari ci piangono dietro e ci chiedono di riascoltare “King is white and in the crowd”, e allora tanto vale tagliare la testa al toro, e cantare solo le cose vecchie. Ecco quindi l’idea di questo 5x5, dove Jim Kerr e superstiti salirono sul palco per proporre il meglio da quei primi cinque album, quelli che crearono il mito di una band mai, in seguito, capace di tenere le stesse qualità. Si potrebbe storcere il naso e pensare che a fare un 5x6, infilandoci anche il meglio di “Sparkle in the rain”, il primo album ignorato, tanto male non avrebbe fatto, ma alla fine va bene lo stesso. E basta poco per capire che l’energia di quei tempi, di quei sogni d’oro, mica è evaporata dopo decenni fatti di buone notizie (quali, poi?) dal mondo nuovo, di vite reali, e magari anche di anni di battaglie per strada che erano più retorica che convinzione. Una trentina di tracce, con qualche bonus sparso qua e là, per far tornare indietro il calendario e ricordare come questi, come si suol dire, pompassero di brutto. E se si fatica a convincere le nuove leve con i nuovi lavori, e se si fatica a convincere pure le vecchie leve con i nuovi lavori, tanto vale soddisfare le vecchie leve con i vecchi lavori: magari qualcuno passerà parola, e riuscirà a convincere le nuove leve dei vecchi lavori. Buon divertimento, da “In trance as mission” a quelle cose ancora un po’ oscure – quelle antecedenti “New gold dream”, mai completamente riscoperte – che, però, valgono più di tanto, troppo, di quello uscito dopo. E attenzione, non è la ristampa di concerti dell’epoca, ma tutte cose riproposte, con grande successo di pubblico, nel 2012. (Enrico Faggiano)