recensioni dischi
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THE CHAMELEONS  "This never ending now"
   (2002 )

Manchester negli anni '80 ha definito gran parte del sound proveniente dall'Inghilterra, e oltre a Joy Division, The Smiths e The Fall, c'è un'altra band che non è assurta allo status leggendario dei summenzionati, ma ha comunque ricoperto un ruolo importante nel panorama musicale della grande città industriale del Nord dell'Inghilterra. Sono i Chameleons, capitanati da Mark Burgess, sulle orme di Echo & The Bunnymen e della parte più soft degli U2, sono la band dei ragazzi di campagna che è arrivata nella grande città e da lì è giunta al successo. "Second Skin" è un pezzo immortale, incastonato nei dj set di tutti i disc jokey indie e wave che si rispettino, un brano di culto, per una band di culto, che è riuscita a sopravvivere nonostante gli scismi, i litigi e le spaccature internet. Mark Burgess ha proseguito da solo per il suo percorso, si è riunito ai suoi compagni in ChameleonsVox e alla fine, nel 2012, il ritorno definitivo al nome The Chameleons, per reclamare un'eredità che era propria. Sono e sono stati parte fondamentale del grande affresco dell'indie pop britannico (senza di loro, probabilmente, Interpol e Editors non avrebbero mai avuto vita...), mescolando le sonorità pop ad un proto-shoegaze che si sarebbe poi affermato e divenuto celebrato da band come My Bloody Valentine e Jesus & Mary Chains. Dei precursori, ma allo stesso tempo un vero e proprio caposaldo dell'immaginario dell'epoca.