recensioni dischi
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BARRY WHITE  "Is this whatcha wont?"
   (1976 )

Capitano dei periodi, nella carriera di un’artista, in cui si è sempre presenti nelle classifiche discografiche. Non si fa in tempo ad uscire dalle stesse con una produzione ormai datata per ricomparire con un nuovo prodotto. C'è stato un periodo abbastanza lungo in cui c'era sempre un disco di Barry White (singolo o trentatré giri) nelle classifiche italiane e in quelle mondiali. Solo pochi mesi fa (era già il '76) la storia si era ripetuta con il capolavoro LET THE MUSIC PLAY. Instancabile, Barry torna di prepotenza in classifica nei singoli con DON'T MAKE ME WAIT TOO LONG e nei 33 (direttamente al 13° posto) con IS THIS WATCHA WONT?, che oltre a contenere il singolo testè citato ha anche I'M QUALIFY TO SATISFY YOU che sarà il suo prossimo 45. Altra canzone molto famosa inserita nell'album (di 5 brani) è I WANNA LAY DOWN WITH YOU BABY. Tra i due album del '76 White è venuto in Italia per un tour, conteso tra il patron del Festivalbar, Vittorio Salvetti, che lo voleva a tutti i costi per la finalissima della manifestazione di settembre, e Sergio Bernardini, che ovviamente lo desiderava al Bussoladomani. Ha vinto il secondo, offrendo così al pubblico che frequenta la Versilia una delle più grosse attrazioni musicali del panorama internazionale. La preparazione per lo spettacolo comincia tre settimane prima. Barry White, capriccioso come una diva del cinema muto, ha iniziato a dettare legge direttamente da Los Angeles. Gli serviva un camerino a tre angoli (!), aranciate sempre fresche, sedie di un certo tipo (saranno state col rinforzo, data la sua mole), camere di lusso per le sue body guard, le quali probabilmente sono più idonee a proteggere i gioielli che porta alle dita (brillanti grossi come noci) che a difenderlo da eventuali fans troppo invadenti. Una settimana prima del concerto manda in avanscoperta due suoi collaboratori alla ricerca di "particolari situazioni ambientali". Era già pronto un bellissimo hotel a Lucca, ma dopo aver visto che Forte dei Marmi era sul mare (neanche si era informato) ha preteso di essere trasferito in una più prossima zona marittima. In teatro è arrivato solo all'ultimo momento per vedere se tutto era in ordine e cioè se c’erano due direttori d'orchestra e settanta strumentisti, buona parte dei quali erano dell'orchestra Rai, più i soliti jazzisti. Alcuni nomi eccellenti reclutati per suonare in quella serata erano Dino Piana, Mandrake (il mago delle percussioni brasiliano che lavora in Italia), Oscar Valdambrini e il fratello di Toni Cicco (ex Formula Tre, poi solista col nome di Cico) Ciro, anche lui batterista. Il giorno del concerto il teatro era pieno all'inverosimile. Lui è arrivato e l'orchestra ha subito attaccato con LET THE MUSIC PLAY, praticamente identica alla versione su disco. Insieme a lui sul palco le LOVE UNLIMITED con sua moglie in stato di avanzata gravidanza. Via via ha snocciolato i migliori brani, veri tormentoni degli ultimi due anni. Le persone presenti si sperticano con gli applausi per lo spettacolo offerto e Barry White scambia anche qualche parola con il pubblico entusiasta e divertito. Un biglietto è costato ventimila lire ma ne è valsa la pena perché vedere Barry White in questo preciso momento (chi scrive ha avuto parenti tra i musicisti, tra il pubblico e tra gli organizzatori della ripresa televisiva) è uno spettacolo non fosse altro che per la grossa professionalità dell'interprete e del suo entourage. Esce un singolo parallelo alla produzione Barry White ed è quello della Love Unlimited Orchestra dal titolo MY SWEET SUMMER SUITE (con relativo album omonimo). Lo stile è il medesimo, la classe anche. Che tempi... (Christian Calabrese)