recensioni dischi
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YANN TIERSEN  "L'absente"
   (2001 )

Il quarantenne bretone Yann Tiersen è un compositore noto al grande pubblico soprattutto per essere l’autore della colonna sonora del celebre e fortunatissimo film del 2001 “Il favoloso mondo di Amelie”. Artista poliedrico e valente musicista, Tiersen vanta anche una interessante discografia di tutto rispetto, nel panorama della quale “L’absente” – pubblicato sempre nel 2001 - va annoverato come un episodio godibile e di piacevolissimo ascolto. Alternando brani strumentali e composizioni tradizionali – per le cui parti vocali si avvale della collaborazione di interpreti di rilievo internazionale in qualità di ospiti – che impiegano sia la lingua inglese sia l’idioma natìo, Tiersen imbastisce un lavoro davvero gradevole e terribilmente francese, un’operetta intrisa di musica popolare e di infinite immagini che la musica stessa suggerisce, quasi si trattasse di un soundtrack per un inesistente film le cui scene scorrono da qualche parte dietro agli occhi socchiusi. Scivolano morbide e fluenti una serie di toccanti melodie orchestrali che dispensano armoniose trame ricche d’enfasi e di melanconico trasporto, capaci di creare un piccolo mondo antico sulle ali di strumenti d’antan (Tiersen scrive addirittura parti per l’onde Martenot suonato da Christine Ott in molte tracce) che sanno di polvere e di ricordi. La mente è libera di spaziare dallo scintillante strumentale di apertura (“A quai”, usata anche per “Amelie”, con tanto di orchestra, vibrafono, xylofono, banjo, fisarmonica e così via) alle profondità degli episodi interpretati da una misurata Lisa Germano (l’affascinante “La parade” – in inglese – e la più fiacca “Le meridien”), dalla tempesta pianistica della title-track alla frastornante giga bandistica de “Le jour d’avant”, passando per il melodramma di una palpitante “Bagatelle” affidata al canto pomposo di Dominique A e per la melliflua interpretazione che Neil Hannon (leader del progetto Divine Comedy) offre della conturbante aria di “Les jours tristes”, anch’essa già inclusa in versione strumentale nel soundtrack di “Amelie”. Fatta eccezione per un inopinato – ma a lungo andare doveroso, comprensibile e perdonabile – calo di tensione nelle tracce conclusive, “L’absente” riesce a sciorinare, tra suggestioni arabeggianti (“La lettre d’explication”) ed evocazioni di Brel (“L’echec”) un campionario variopinto di elementi che attingono dalla tradizione, trovi essa fondamento nella musica classica o nell’epica degli chansonnieres. Saggio di bravura di un talentuoso compositore in grado di scolpire con minuzioso garbo un disco aggraziato e coinvolgente, un disco semplice ed intimo, un disco bello. (Manuel Maverna)