recensioni dischi
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GIANNI GIUBLENA ROSACROCE  "La mia Africa"
   (2013 )

Dopo l'esperienza de ''La Piramide di Sangue'', Stefano Isaia (protagonista nei seminali Movie Star Junkies) torna al progetto solista che all'ensemble aveva fornito il nome. Già lo scorso anno era infatti uscita una cassetta per Yerevan Tapes a nome Gianni Giublena Rosacroce, "La Piramide di Sangue" appunto, oggi bissata da una nuova tape per NO=FI Recordings. "La Mia Africa" si scosta da "Tebe" non tanto per atmosfere e immaginario (sempre legati a un ipotetico e onninclusivo Terzo Mondo, occulto, misterioso e mentale), quanto per forma e mezzi: al clarinetto, alla marimba e alle percussioni del poliedrico Isaia si affiancano le chitarre acustiche di Dedalo666, Vernon Senegal e Jenaa El-Fna e le voci in Fulfulde delle due tuareg Aissa Daouda e Elle' Abigaelle, per dar vita a brevi bozzetti fatti di ritmi ancestrali e melodie reiterate che generano stati di ipnosi. Movimenti lenti e ossessivi sui toni bassi (“Il sandalo di Aissa”, la conturbante “Te, nel deserto”), visioni cinematografiche (Morricone nel Sahara in “Dogon”, Kusturica in Persia ne “La sposa bambina”, le atmosfere noir evocate dai fiati di “Dov'è la casa del mio amico?”), episodi pacificanti e solari (“Yurugu”, “La memoria della Terra”), sperimentazioni sintetiche (gli animali de “Il sole della discordia”, le percussioni in “Le tre lune”) ma soprattutto serpentine melodiche sapor del deserto che incantano e rapiscono (“Sangue nero”, “Il primo sole sul tempio”).